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di Francesco Ferrigno
Il boss doveva rispondere ad un omicidio e riconquistare il Lotto G di Scampia, una delle piazze di spaccio più redditizie di Napoli. Attese l’sms di una donna affacciata al balcone che faceva da specchiettista, si mise una parrucca da donna e imbracciò un kalashnikov. Qualcosa andò storto: l’arma si inceppò e la vittime designata riuscì a scappare. Pochi giorni dopo il clan, furioso, lanciò una bomba a mano nel cortile del Lotto G: era pomeriggio, e 2 bambini rimasero feriti. Sono solo due degli episodi descritti nell’inchiesta di carabinieri ed Antimafia che poche ore fa ha permesso l’arresto di 8 persone che presero parte alla sanguinosa faida di camorra del 2012 tra i Vanella Grassi e gli Abete-Abbinante-Notturno.

I carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia del Vomero hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) partenopea nei confronti di: Arcangelo Abbinante, Salvatore Baldassare, Ciro Barretta, Antonio Bastone, Raffaele Mincione, Giuseppe Montanera, Pietro Polverino e Anna Ursillo. Tutti sono accusati a vario titolo di reati aggravati da finalità mafiose che vanno da omicidi a lesioni personali aggravate, e alla detenzione e porto illegale di armi e munizioni e bombe a mano. Le indagini hanno permesso di individuare mandanti e autori di 2 omicidi.

Da un lato, insomma, c’erano i componenti della Vanella Grassi, dal nome della via dove si trovava la base operativa, rinominati anche Girati poiché un tempo rappresentavano una fazione interna degli Scissionisti nella prima guerra contro il clan Di Lauro. Dall’altro c’erano gli Abete-Abbinante-Notturno, che facevano parte del cartello degli Scissionisti. Entrambi i gruppi criminali erano attivi nella gestione delle piazze di spaccio di droga ed entrarono in guerra per il predominio sul Lotto G, un insediamento di edilizia popolare all’epoca sotto il controllo della Vanella, innescando la cosiddetta faida dei girati che portò a 27 omicidi.

Uno dei 2 omicidi al centro dell’ultima inchiesta è quello di Rosario Tripicchio, avvenuto il 5 gennaio 2012 a Giugliano in Campania. Tutto parte da quando Ciro Barretta della Vanella esautorò Antonio Bastone, in quel momento detenuto, dalla gestione degli affari al Lotto G e cacciò via i suoi familiari. Ciò era stato possibile proprio perché Tripicchio, un tempo luogotenente di Bastone, si girò. Bastone, che cercava vendetta, istigò Abbinante per uccidere il suo vecchio uomo di fiducia. I sicari Arcangelo Abbinnate e Salvatore Baldassarre, venuti a conoscenza della casa nella quale si era nascosto Tripicchio, si misero appostati all’esterno e lo uccisero a colpi d’arma da fuoco mentre saliva su una vettura.

armi nel bagagliaio pronte alluso

L’altro omicidio è quello di Roberto Ursillo, parente e altro uomo di fiducia di Bastone. Ursillo fu ucciso a Chiaiano il 17 settembre 2012 da un commando della Vanella Grassi. La sua morte fu decisa dai Girati e in particolare dal reggente Ciro Barretta per dare una risposta armata al clan contrapposto. I killer seguirono Ursillo nel traffico mentre era alla guida di una vettura e dopo averlo affiancato lo crivellarono di colpi.

5 giorni dopo, il 22 settembre 2012, gli Abete-Abbinante-Notturno pianificarono l’omicidio Barretta, e fu ancora Bastone a chiederlo ai vertici degli Scissionisti, ovvero Arcangelo Abbinante e Giuseppe Montanera, che lo pianificarono. Il commando era composto da Abbinante, Montanera e Baldassarre che attesero il via libera di Anna Ursillo, la madre di Bastone abitante in uno dei complessi del lotto G. La donna appostata al balcone doveva fare da specchiettista. Il commando ebbe il via con un sms dalla Ursillo. I killer erano armati di pistole e di un fucile mitragliatore kalashnikov. Abbinante era camuffato con una parrucca da donna ed entrò nel Lotto G senza essere riconosciuto fino a fermarsi vicino all’obiettivo. Barretta intuì cosa gli stava succedendo e si diede alla fuga. Lo salvò l’inceppamento del kalashnikov, circostanza che gli permise di guadagnare metri preziosi e salvarsi, nonostante i colpi sparati contro di lui una volta rimesso in funzione l’Ak47.
È stata poi fatta luce su altri due inquietanti episodi: il lancio di alcune bombe a mano da parte degli Scissionisti il 15 dicembre 201. La prima fu lanciata in un cortile delle Case Celesti, un insediamento popolare al confine con Secondigliano, ma non esplose per un malfunzionamento. La seconda bomba venne lanciata poco dopo nel cortile del Lotto G e il suo scoppio provocò il ferimento di 2 minorenni ed il danneggiamento di 9 auto.

Gli Abete-Abbinante-Notturno volevano mostrare in maniera plateale agli avversari, e soprattutto a Barretta, la loro forza e superiorità militare. Ma il lancio della bomba in pieno pomeriggio aveva sfiorato la strage: ciò fece calare gli appoggi tra la gente di Scampia, un fatto che in seguito fu determinante per la sconfitta degli Scissionisti dal punto di vista militare.

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