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pizzo scanzanodi Francesco Ferrigno
Si presentano in due al bar, individuano il titolare e senza dire una parola gli mostrano lo schermo dello smartphone sul quale si legge: “Vengo a nome di Scanzano. Dammi 1500 euro per i carcerati”. Una tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso (Scanzano è un rione-roccaforte di un potente clan) effettuata con il telefonino che ha fatto scattare le manette per due giovani in provincia di Napoli. L’episodio è avvenuto a Castellammare di Stabia dove i carabinieri hanno arrestato Vincenzo Spagnuolo, un libero vigilato 33enne del luogo già noto alle forze dell’ordine ed imparentato con personaggi legati al clan di camorra dei D’Alessandro, ed Emanuele Cioffi, 18enne incensurato.

I due si erano presentati in un bar del centro della cittadina esibendo uno smartphone sul quale stava aperta in bellavista l’applicazione per gli sms. Davanti al titolare della caffetteria Spagnuolo ha sporto il telefono mostrando il messaggio: “Vengo a nome di Scanzano, dammi 1500 euro per i carcerati”. Al rifiuto del barista il 33enne si è appropriato dei soldi contenuti nella cassa (circa 200 euro) annunciando che sarebbe tornato il giorno dopo a prendere il resto.

Sul posto sono accorsi subito i carabinieri che hanno bloccato e sottoposto a controlli tutti i presenti. Vincenzo Spagnuolo è stato trovato in possesso dei soldi appena presi dalla cassa. Il suo complice, Emanuele Cioffi, un 18enne incensurato, è stato invece trovato con un revolver a salve, uguale a quelli veri che portava nella cintola dei pantaloni. I due sono stati arrestati per estorsione aggravata dal metodo mafioso e portati nel carcere di Secondigliano.

“A Castellammare dire di venire a nome di Scanzano, la roccaforte dei D’Alessandro, - hanno fatto sapere i carabinieri – significa chiaramente di essere lì per conto del clan. L’intimazione non lasciava spazio a dubbi: il proprietario del Bar doveva consegnare 1500 euro per gli affiliati”.

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