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zagaria preziosiFermato dagli agenti penitenziari mentre usava il filo del telefono
di AMDuemila
Il filo del microfono intorno al collo per inscenare un tentativo di suicidio. Ecco la mossa del boss dei Casalesi Michele Zagaria, durante l’udienza del processo a Napoli, nel quale è imputato degli omicidi di Antonio Bamundo e Michele Iovine. Il capomafia era videcollegato dal carcere milanese di Opera e voleva intervenire per protestare rispetto alla ricostruzione della sua cattura rappresentata nella fiction Rai “Sotto copertura 2- La cattura di Zagaria”. Andato in escandescenza dopo il no del giudice ha inscenato il tentativo di autosoffocamento con il filo del telefono ed immediatamente è stato fermato dagli agenti della polizia penitenziaria presenti. Rispetto al gesto di Zagaria, la Procura di Napoli, ha fatto sapere il procuratore Giovanni Melillo attraverso una nota, “sta valutando rilevanza penale della condotta tenuta da Michele Zagaria.
Nella fiction tv andata in onda nei giorni scorsi, il personaggio di Zagaria mostrava attenzioni di natura sessuale nei confronti della figlia minorenne della famiglia che lo ospitava e aveva anche una relazione con la padrona di casa. Il capomafia, tramite il suo legale, aveva fatto sapere che la rappresentazione era falsa. Sotto accusa, però, non ci sono i fatti che raccontano gli affari dell’associazione camorristica, i traffici di droga o quegli omicidi fruttatigli tre ergastoli. Questi fatti, evidentemente, fanno curriculum. A dar fastidio è proprio quell’attrazione per la figlia dei vivandieri.
“Ciò che viene narrato non è assolutamente realistico e molti sono i particolari inventati dagli sceneggiatori - ha riferito il legale - Uno fra tutti, e forse il più grave, quello che dipinge Michele Zagaria come un uomo attratto sessualmente dalla giovane figlia della famiglia che per anni lo ha ospitato; cosa che ha profondamente offeso e disgustato il nostro assistito”.
Per questo motivo il boss ha dato mandato di denunciare i vertici della Lux Vide, società che ha prodotto la fiction, e la stessa Rai. Non solo, il legale (Barbara Lettieri di Cuneo) ha avuto anche il mandato a nome della famiglia, per chiedere “il risarcimento dei danni subiti per lesione alla propria immagine, integrità personale, al decoro e all’onore”. Il risarcimento richiesto è di centomila euro, e il capomafia ha persino dichiarato di volerlo dare in beneficenza.

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