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s maria capua vetere politeamadi Pietro Nardiello
A S.Maria C.V. non è possibile, almeno per ora, vivere seguendo la volontà costituzionale. La città, che sorge sul sito dell’Antica Capua, la città emula di Roma e che fu scenario anche degli ozi di Annibale, il generale cartaginese, e della rivolta del gladiatore Spartaco in età moderna è caduta sotto la morsa di speculatori e palazzinari. Il malaffare ha messo le mani sulla città, dando inizio da almeno trent’anni ad una speculazione edilizia che ha quasi totalmente impedito di conoscere con esattezza la città antica. Ma c’è dell’altro, perché da queste parti il voto di scambio ha causato anche una desertificazione industriale provocando un’emigrazione senza eguali. Chiusura delle attività industriali e spazio agli insediamenti di centri commerciali o medi supermercati che hanno, a loro volta, messo in atto una concorrenza sleale nei confronti delle piccole attività commerciali. Cemento innalzato verso il cielo, mazzette e scambio di favori. Penetrazione camorristica giunta ben oltre la soglia di allerta, e poi quel che è rimasto del commercio viene regolarmente sottoposto al giogo del racket o dell’usura. Qualche anno fa, quando le fiamme distrussero l’azienda del presidente della locale associazione antiracket Pietro Russo, la città preferì rimanere in silenzio e disertare la manifestazione di solidarietà. Per l’occasione in pochi nominarono la parola camorra, mentre il vescovo del tempo preferì ometterla. Era S. Maria Capua Vetere, ma quel puzzo di bruciato sembrava farci vivere scene di guerra della lontana Beirut. Adesso l’attività comunale è diretta da un commissario prefettizio, ma per tutte le male fatte, anche il mancato riutilizzo dei beni confiscati, da tempo ci si sarebbe attesa la commissione antimafia. Ma nulla di tutto questo è mai avvenuto. In queste settimane l’argomento politica in città è ritornato di moda, bisognerà correre poco prima della prossima estate, per riconquistare gli scranni comunali. Tempo di elezioni, giorni di promesse e di accordi sottobanco. Organizzare le strategie per raggiungere il potere per poi pagare il conto con chi ti ha sostenuto. Se per l’area industriale del paese, dove un tempo sorgeva il più grande stabilimento industriale del paese, ex Siemens, ex Italtel ed ex Finmeck è intervenuto il TAR bloccando una prossima speculazione, nel mirino resta quello che un tempo fu un fiore all’occhiello per la city: le sale del cine teatro Politeama. In questo caso dopo la chiusura definitiva della struttura, nel paese la credulità popolare pensa che si sia giunti a questo punto perché il mercato è stato invaso dai Multisala, ma a dire il vero in altri centri della provincia di Caserta le vecchie sale cinematografiche vivono con dignità anche questo periodo, il corpo di fabbrica pare sia stato acquistato da una grande azienda italiana operante nel campo dell’abbigliamento. Obiettivo? Farne un megastore, attendere tempi più maturi per il cambio di destinazione d’uso e aumentarne la cubatura per dare vita ad appartamenti prestigiosi. Mattone su mattone soffoca l’Antica Capua grazie all’accordo tra politica e camorra.

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