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setola-giuseppe-dietrofrontdi AMDuemila - 12 novembre 2014
"Non voglio essere esaminato, voglio solo dire che ho detto un sacco di bugie per uscire prima dal carcere". Con queste parole Giuseppe Setola (in foto), boss dell’ala stragista dei casalesi che ha confessato 46 omicidi, ha rinnegato oggi il percorso appena intrapreso come collaborare di giustizia. Setola ha rilasciato queste dichiarazioni spontanee nel tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) dopo aver revocato il mandato all’avvocato Rachele Merola e nominato come difensore Alessandro Diana, il quale ha però rinunciato all’incarico. E così, dopo che il presidente della corte ha nominato un avvocato d’ufficio, l’ex pentito ha aggiunto: “ Non voglio assistere all’udienza, ma voglio essere presente solo alla lettura della sentenza. Sono a Roma al carcere di Rebibbia”.
Già ad ottobre l’allora pentito aveva fatto dei passi indietro: “Non collaboro più, dovrei accusare tutta Casal di Principe” aveva detto il primo ottobre per poi dichiarare 8 giorni dopo: “Ho deciso di collaborare. Salvate la mia famiglia” ed infine smentirsi oggi con le dichiarazioni fatte durante il processo per il duplice omicidio Pecchia-Orabona.

Il 30 ottobre scorso il pm Alessandro Milita aveva chiesto l’ergastolo per il boss durante la requisitoria al processo sull’omicidio dell’imprenditore Domenico Noviello dicendo che: “Setola è al momento solo un mero dichiarante e l’asticella per ammetterlo al programma di protezione sarà molto alta”. Ed all’arringa dei difensori di Setola che chiedevano l’assoluzione perché il loro assistito ”ha reso dichiarazioni attendibili perché ha chiamato in causa anche i complici del delitto Noviello, a differenza di numerosi camorristi, che ammettono le proprie personali responsabilità solo in appello, ottenendo peraltro sconti di pena” Milita aveva risposto che “Lì si tratta di una dissociazione mascherata”. Ad andare cauti sul pentimento di Setola, dopo i primi dietro front del camorrista, erano stati anche la Dda di Napoli, il procuratore nazionale e il numero uno dell’antimafia Franco Roberti, il quale aveva dichiarato: “Setola è detenuto al 41 bis, non è un collaboratore ma è un dichiarante”.
Giuseppe Setola è condannato a sette ergastoli definitivi per 15 omicidi commessi nel Casertano tra maggio e dicembre 2008, nella cosiddetta “stagione del terrore”. Si attende ora la sentenza per l’omicidio di Domenico Noviello, imprenditore ucciso nel 2008 dai casalesi per aver denunciato chi gli chiedeva il pizzo.

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