Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

gico-guardia-finanzaArresti e sequestri tra Campania e Toscana
di Savino Percoco - 18 gennaio 2014

Su richiesta del pm antimafia Tommaso Coletta e disposizione del gip David Monti, gli uomini del Gico hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare in carcere per sei imprenditori e sequestrato ville, auto di lusso, quote di società e conti correnti bancari per 11 milioni di euro tra Toscana e Campania.


I reati contestati sono di associazione a delinquere finalizzata alla emissione di fatture per operazioni fittizie di oltre 10 milioni, con l’aggravante di agevolazione camorristica per la famiglia casalese Di Puorto di San Cipriano d’Aversa.
In manette anche Giovanni Potenza, 61 anni, già condannato in primo grado nel 2007 per associazione a delinquere di stampo mafioso Santa Maria Capua Vetere, proveniente dalla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e oggi legato ai casalesi. 
Secondo gli inquirenti era il mentore di più società, di cui due operanti nel campo edile con sede a San Giovanni Valdarno Toscana (Ggf e Pdp Costruzioni), apparentemente in regola e intestate a prestanome incensurati, Luigi Della Corte e Francesco Pagano. 
Le due aziende, mediante consistenti fatture, avrebbero certificato la somministrazione di manodopera non esistente, creando costi fittizi da inserire nei bilanci e frodare il fisco (per 3,1 milioni di euro tra il 2007 e il 2012).
A procurare le fatture, per un totale di dieci milioni di euro, sarebbero state altre otto ditte compiacenti, presenti tra il casertano e il modenese e attribuite a Pasquale Cecoro, Giuseppe Ucciero e Raffaele Veneziano.
Come da insegnamenti del giudice Falcone, seguendo la pista del denaro, gli inquirenti hanno scoperto che le imprese “cartiere” giravano il 4% dei compensi alla famiglia casale comandata da Sigismondo Di Puorto, considerato da alcuni pentiti, il primo referente nell’agro aversano di Nicola Schiavone, figlio di Sandokan.
Grazie ai vantaggi economici ottenuti dall’evasione, certificazioni antimafia in regola e alti standard qualitativi, le due società potevano affacciarsi sul mercato con prezzi concorrenziali, garantendosi l’aggiudicazione di subappalti privati e pubblici, tra cui, i lavori di ristrutturazione al polo museale degli Uffizi per un importo di 150mila euro.
Lunghissima la lista degli ignari committenti pubblici e privati, che, hanno affidato i cantieri alle due imprese coinvolte nell’inchiesta della Dda fiorentina: l’ex cinema Gambrinus di Firenze, presso l’attuale sede dell’Hard Rock Café, il Teatro Tenda di Firenze, un castello di Casole d’Elsa (Siena), il complesso residenziale Val di Luce all’Abetone, il castello di Uzzano a Greve in Chianti, l’ex lanificio di Stia, l’ex convento di Montevarchi (Arezzo), lo storico hotel Porta Rossa di Firenze e l’albergo Torre di Sopra a Bagno a Ripoli.
Tra le vittime anche il cantante ed ex leader de “i Police”, Sting, per lavori di ristrutturazione presso la sua villa da favola valdarnese nel Chianti.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos