di Francesca Mondin - 1° marzo 2013
Le ultime indagini hanno portano alla luce una Camorra più forte, la quale oltre ad aver sviluppato una struttura transnazionale che stringe accordi all’estero ed elimina gli intermediari sul traffico di stupefacenti, mira ad allargare i confini, estendendo i suoi affari sino in Toscana.
Perquisizioni, sequestri di beni per un totale di 20 milioni e 23 camorristi arrestati, questi i risultati del maxiblitz scattato ieri mattina all’alba, ad opera della Dia di Napoli e Firenze e delle squadre mobili di Caserta e Firenze. 13 gli arresti in Toscana, tra cui una donna.
I reati contestati sono associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio, detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, detenzione e porto di armi, ricettazione.
La Direzione Investigativa Antimafia ha sequestrato a Viareggio, Camaiore, Massa e Lucca, oltre che in varie città della Campania, decine di immobili, aziende e attività commerciali.
L’operazione "Talking Tree" ha smascherato un sistema di estorsioni ai danni di imprenditori toscani, messo in atto dai Casalesi nei pressi di Viareggio e Carrara. Dalle intercettazioni telefoniche risulta che ad estorcere il denaro per conto del clan Iovine, Russo e Schiavone erano due imprenditori casertani residenti in Toscana, Giovanni Sglavo detto "Panariello" e Stefano di Ronza. I due imprenditori, inizialmente vittime dei Casalesi, invece di denunciare l’estorsione si sono trasformati in fiancheggiatori fino a diventare membri attivi del clan, impegnandosi ad individuare nuove vittime, riscuotendo il pizzo e favorendo le latitanze di alcuni affiliati.
L’indagine ha avuto inizio nel 2010 in seguito ad alcune intercettazioni telefoniche dalle quali appariva chiara l’espansione dei Casalesi sul territorio Toscano, specificatamente a Viareggio. Lì, incentivati dalla forte presenza di imprenditori meridionali, hanno esportato i propri affari.
A confermare la presenza della camorra in Toscana ieri mattina sono finiti in manette altri quattro Casalesi, arrestati dalle squadre mobili di Firenze e Lucca con l’accusa di tentato omicidio con l’aggravante mafiosa, rapina e detenzione di armi da fuoco.