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cosentino-nicola-web3di Giampiero Calapà - 26 gennaio 2013
Così scrive la direzione nazionale antimafia nell’ultima relazione dell’era Grasso la difesa: “Hanno trascritto le imputazioni”.
Nicola Cosentino garante degli equilibri criminali a Casal di Principe. Così la Direzione nazionale antimafia, con la relazione 2011-2012, sembra chiudere il cerchio della questione politica “impresentabili” Pdl.

Cosentino è “un perseguitato, gli chiediamo un atto di generosità, un passo indietro”. Silvio Berlusconi ha motivato, invece, in questo modo l’esclusione di Nik ’o mericano dalle liste del Pdl. Cosentino, dal canto suo, ha parlato di “tradimento”, attaccando il Cavaliere, e ribadendo la sua innocenza. Non ha rinunciato ad accusare altri, come il finano Italo Bocchino, additato addirittura come il vero “referente dei casalesi, dei cittadini di Casal di Principe”. Adesso, però, c’è appunto la relazione della Direzione antimafia, l’ultima di Pietro Grasso da procuratore nazionale. Leggerla avrà aumentato a dismisura l’ira di Cosentino per l’esclusione, dal momento che, invece, in lista, con il Partito democratico, c’è proprio Pietro Grasso.

LA RELAZIONE della massima autorità nel campo della lotta alle mafie mette, quindi, nero su bianco: “(...) proprio intorno al calcestruzzo nacquero intrecci tra esponenti politicoimprenditorali e gruppi camorristici campani, come il clan Alfieri e lo stesso clan dei Casalesi, in forza dei quali si vennero a plasmare i caratteri della camorra post-cutoliana. E non è nemmeno una novità che tali vicende richiedano la presenza di soggetti che siano in grado di trascendere le esperienze locali e di garantire equilibri di sì rilevante spessore criminale grazie alla propria capacità di interagire – in una prospettiva di respiro nazionale – con ciascuna delle componenti in questione. È il ruolo che si è ritagliato (alla stregua delle risultanze investigative al vaglio dei giudici, ai quali è pure ancora affidata – in un separato giudizio – la valutazione sull’imputazione di concorso esterno che gli è stata ascritta) l’on. Nicola Cosentino. (...) Insomma, nella prospettiva dell’azione di contrasto, ci si sta muovendo decisamente verso la risoluzione dei nodi che – almeno da quindici anni – hanno determinato, da un lato, il controllo da parte della criminalità organizzata del consenso elettorale in provincia di Caserta e, dall’altro, l’asservimento di ogni prospettiva di gestione e di sviluppo del territorio (si pensi alle questioni in tema di ciclo di smaltimento dei rifiuti) alle strategie criminali delle cosche camorristiche”.

L’ultima botta della settimana più difficile per Nicola Cosentino. I suoi legali cercano, in qualche modo, di correre ai ripari: “La relazione della Direzione nazionale antimafia si limita a trascrivere i capi di imputazione, che sono le ipotesi di accusa che si dovranno provare nel dibattimento. Lo svolgimento del dibattimento, che l’onorevole Cosentino si augura celere, dissiperà ogni dubbio o sospetto”.

Nella stessa relazione, la Dna, riguardo alla Camorra specifica: “È senza dubbio, tra i sodalizi mafiosi, il più cruento”, perché ricorre “all’uso sistematico della violenza”, che per altro sembra oggi assorbita “in una più vasta e indistinta assuefazione ad una situazione di pericolo ormai endemica, con la quale convivere, cercando di evitare i tratti più cruenti”. E ancora: “Non si è dunque lontani dal vero se si afferma che esiste, rispetto al controllo del territorio da parte delle organizzazioni camorristiche, e che talvolta raggiunge aspetti assolutamente intollerabili in uno Stato democratico, una sorta di emergenza negata”.

RISPETTO alle altre due mafie, ’ndrangheta e Cosa nostra, la relazione della Dna indica nella prima una presenza ormai strutturata nel nord Italia: leader nel traffico della droga l’organizzazione calabrese “ha costituito vere e proprie” succursali “locali in ampie zone del nord”. Mentre la siciliana Cosa nostra è “in una situazione di grave crisi” ma mantiene “intatta la sua vitalità e estrema pericolosità”, con l’attuale capo dei capi, Matteo Messina Denaro: coperto da “una così vasta rete di protezione che, oltre ai tanti soggetti organici a Cosa nostra, coinvolge anche una pluralità di altri insospettabili individui”. L’arresto di Messina Denaro “non può che costituire una priorità assoluta”.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano
  

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