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polizia-scampia-webdi Lara Borsoi - 11 settembre 2012
Napoli. Quanti soldi scorrono nelle vie di Napoli? Tanti. Frutto di un'economia illegale, de mercato nero e della droga, tanta droga, di tutti i generi: cocaina, eroina, hashish e marijuana. Migliaia di giovani e meno giovani vagano nei rioni di Secondigliano e Scampia alla ricerca dell'ennesimo viaggio fatto di luci, suoni e immagini prodotte da una mente drogata, a qualsiasi costo, a qualsiasi prezzo. La droga qui, tra i casermoni orrendi e uno spazio verde abbandonato e mal tenuto, frutta ai clan della camorra milioni di euro.

In questo periodo di crisi nera, per tutti, loro riescono a fatturare dagli otto ai dodici milioni ogni due mesi e solo con la vendita della cocaina. Un'organizzazione studiata nei minimi dettagli, dall'importazione della materia prima, alla lavorazione e poi alla distribuzione. Donne, uomini e bambini rintanati in appartamenti fatiscenti, in palazzi modificati nella struttura per ospitare laboratori, nascondigli per armi, droga, camorristi, spazi pubblici invasi di siringhe, sogni bruciati, umanità distrutte, pusher con le tasche piene di soldi e il sorriso beffardo di chi lucra sulla pelle altrui. Il ritratto di un pezzo d'Italia che molti sfruttano per fare politica e poca azione. Ci sono voluti ancora una volta i morti ammazzati per scuotere uno Stato distratto e incosciente ad agire contro sua maestà la Camorra. Ora a presidiare le piazze più a rischio come “Casa dei Puffi” “Lotto TA-TB di Via Ghisleri”, “Sette Palazzi (Comparto A), Vela Celeste” sono stati mandati 200 uomini tra carabinieri, polizia e militari. Lo Stato contro Gomorra in un territorio dove fin ora solo le Associazioni e pochi altri sono stati protagonisti di una reale voglia di cambiamento. Francesco Verde fratello di Gelsomina, ragazza ventunenne rapita, torturata e uccisa nel 2004 perché a conoscenza di informazioni legate ai Nettuno, una famiglia del cartello AbbinanteNotturno-Abete da tempo rivale dei Di Lauro, oggi collaboratore delle Associazioni “Progetto per la vita onlus” e “Resistenza anticamorra” ha spiegato che «Quella che si combatte in questi giorni è sempre la stessa guerra. Era nata così: gli Scissionisti contro i Di Lauro. Oggi sono sempre loro che si fanno la guerra. Gli Scissionisti si sono frammentati in vari clan che combattono per la supremazia e il potere. Sono i Vannella-Grassi che vogliono fare cappotto, fregare tutti. E dire che nella guerra precedente morti innocenti si sono pianti in tutte le famiglie. Oggi orfani, nipoti, parenti e vedove alimentano la nuova guerra dimenticandosi del passato, dei propri cari alleandosi con i carnefici. Sono i soldi che accecano gli animi».
Soldi che invece a causa della spendig review sono stati dimezzati dalla cassa destinata alla lotta per la criminalità organizzata creando inceppi nella macchina della giustizia, come sostenuto dal vicecapo della polizia Francesco Cirillo “Se avessimo avuto l'emissione di circa 200 misure cautelari che la Procura ha chiesto da qualche anno all'ufficio Gip forse questo avrebbe aiutato la nostra opera di prevenzione e repressione. Nei quartieri della nuova faida, ci sono oltre 200 persone che oggi potrebbero stare in carcere invece d'essere libere di fare gli interessi dei clan, magari di sparare, o di essere uccise”. Mancanze dovute a tagli sempre più pesanti, come denunciato anche dal procuratore aggiunto di Napoli, Sandro Pennasilico “Il gip è un giudice monocratico, quindi deve studiare gli atti e decidere da solo. Gli uffici sono sovraccarichi di fascicoli (basti pensare che, solo a Napoli, esistono almeno 80 clan, ndr) e il personale è insufficiente. I tagli al personale sono progressivi. C’è gente che va in pensione e non viene più sostituita. Non ci sono fondi e quindi è saltato anche il lavoro straordinario”.
Nel frattempo, notizia di poco fa, vicino alla stazione centrale di Napoli, tale Domenico Mollo di 45 anni è stato ferito con diversi colpi di pistola ad un gluteo. L'ennesimo segno che per fermare la faida di Camorra a Scampia bisogna fare molto di più, tutti.

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