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di AMDuemila
"Le realtà di Corsico e Buccinasco hanno elementi comuni con i paesi dell'Aspromonte non fosse altro perché parte degli abitanti di Corsico e Buccinasco proviene da quella realtà. Abbiamo avuto indagati estremamente accorti che hanno usato tutte le tecniche tipiche per sfuggire alle attività di captazione, come sistematiche bonifiche delle auto e colloqui in posti aperti, eppure si è riusciti a individuare le responsabilità dei soggetti con grandissima capacità investigativa e sacrificio professionale”. E’ quanto ha affermato il capo della Dda di Milano, Alessandra Dolci, nel corso della conferenza stampa che questa mattina ha portato all’arresto di 17 persone tra Reggio Calabria e Milano. Secondo le indagini gli indagati nascondevano i pizzini nelle ruote delle auto, cocaina e marijuana pronta da spacciare sulle piazze dell'hinterland milanese grazie alla 'Ndrangheta. Non solo. Erano tipici usare metodi “tipici” della criminalità organizzata. In particolare, a carico di due indagati, Saverio Barbaro e Luigi Virgara, quest'ultimo definito nelle intercettazioni "il cugino che viene dalla montagna", è stata contestata l'aggravante del 416 bis per avere commesso il fatto al fine di agevolare l'attività dell'associazione mafiosa nota come ‘Ndrangheta, nella sua articolazione territoriale della locale di Corsico e Buccinasco. Quella individuata a Corsico è una criminalità, hanno spiegato gli inquirenti, "capace di riorganizzarsi subito dopo l'intervento dello Stato". Nonostante la misura cautelare, uno dei soggetti messo agli arresti domiciliari, aveva infatti trasformato l'abitazione "in un luogo di pellegrinaggio per la gestione e il rifornimento di droga per continuare a delinquere nel territorio". "Ancora oggi, nel 2020 - hanno spiegato gli inquirenti - questi soggetti si parlano con i pizzini che mettono nelle ruote delle macchine oppure, quando si tratta di coprire dei passaggi degli incontri, fanno staffette con le macchine o controllano tutti i pali della luce del quartiere fino a trovare la telecamera mettendoci vernice sopra". Soggetti definiti "scaltrissimi" che vivono nel timore di essere seguiti, mettendo in atto "maniacali metodologie".
L’inchiesta ha permesso di individuare e disarticolare un sodalizio criminale dedito al traffico di ingenti quantitativi di stupefacenti, prevalentemente cocaina e marijuana, operante nel sud-ovest della provincia di Milano. Gli elementi probatori acquisiti hanno permesso di accertare il reato associativo, con preciso organigramma e specifica suddivisione dei ruoli tra gli affiliati collegati tra loro da un solido vincolo, funzionale alla gestione dell'intera filiera del commercio illegale di stupefacenti, con particolare riguardo all'individuazione di luoghi da adibire a deposito per lo stoccaggio temporaneo; all'organizzazione di vendita al dettaglio delle dosi attraverso una rete ben consolidata di sub-spacciatori; al rigoroso pattugliamento delle aree maggiormente interessate dalle attività criminose ad opera di vedette, queste ultime a conoscenza dei modelli e delle targhe delle autovetture in tinta civile in dotazione ai carabinieri di Corsico e all'investimento di ingenti somme di denaro in attività del settore della coltivazione indoor della canapa light, sostanza rilevatasi a seguito di accertamenti con principio attivo superiore a quello consentito dalla legge.
Gli indagati erano dediti allo spaccio al dettagli di stupefacenti e "cedevano importanti quantitativi di stupefacente ai responsabili delle diverse piazze di spaccio organizzate nei quartieri popolari di Corsico, Buccinasco, Cesano Boscone e Settimo Milanese".
Nel corso dell'indagine, al fine di riscontrare le responsabilità penali dei singoli associati, sono stati operati 7 arresti in flagranza e recuperati circa 1 chilo di cocaina, 100 grammi di hashish e 2,5 kg di marijuana.

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