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di AMDuemila - Video
Il procuratore capo Gratteri: "Imprenditori possono e devono denunciare"

Importante operazione, denominata "Overture”, del Comando Provinciale di Cosenza, supportati da personale del 14 Battaglione Carabinieri "Calabria", dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria e delle Compagnie competenti, con la copertura aerea di un velivolo dell'8 NEC, che questa mattina hanno eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere, due arresti domiciliari e 6 obblighi di dimora a carico di presunti appartenenti a due diversi gruppi criminali, espressione della storica cosca mafiosa Perna-Pranno poi ridenominata Lanzino-Cicero operante a Cosenza. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, lesioni personali, ricettazione e furto. Nel corso del blitz sono state sequestrate armi da fuoco, anche da guerra: un mitragliatore Kalashnikov con matricola abrasa e relativo munizionamento; 8 pistole calibro 9x21, 380, 22, con matricola abrasa, con svariato munizionamento di diverso calibro; una carabina ad aria compressa. ''Grazie alla disponibilità di armi da guerra - ha affermato il procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri nell'illustrare l'esito delle attività d'indagine - hanno terrorizzato interi quartieri. Ciò però non ha intimidito le vittime che hanno denunciato rompendo il muro di omertà''.



All'origine dell'operazione, denominata "Overture", un'inchiesta condotta dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza, e delegata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. L'aspetto più inquietante emerso è stato descritto dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla che ha raccontato del ritrovamento di uniformi dell'Arma dei carabinieri nel quartiere San Vito verosimilmente funzionali al compimento di fatti di sangue. Oggetto delle attenzioni della frangia capeggiata da Gianfranco Sganga, scarcerato nel 2016, tre appalti affidati ad imprese che non sono cosentine. Si tratta dell'ampliamento dell'Ospedale Annunziata di Cosenza per un importo di 4 milioni e 300mila euro, dell'ammodernamento del sistema di illuminazione dell'Università della Calabria (commessa da 10 milioni di euro) e del restauro del Convento di San Francesco di Paola a Spezzano della Sila.
Le indagini dei carabinieri hanno documentato la riorganizzazione territoriale del sodalizio mafioso, comprovarne l'operatività attraverso il compimento di estorsioni, danneggiamenti, intimidazioni e reati contro la persona ed il patrimonio nel capoluogo bruzio e nei comuni limitrofi. Secondo gli investigatori sarebbe stata, tra l'altro, accertata la responsabilità degli indagati in ordine a 3 episodi estorsivi in danno di altrettante imprese assegnatarie dei lavori di ampliamento dell'Ospedale "Annunziata" di Cosenza, degli interventi per l'ammodernamento del sistema di illuminazione del campus universitario di Rende e delle opere di restauro del Convento di San Francesco di Paola a Spezzano della Sila, vittime di atti intimidatori. Diversi anche i furti in danno di esercenti commerciali della zona. Numerosi anche gli episodi di minaccia ed aggressione, tra cui quella ad un dipendente delle Ferrovie della Calabria della sede di Cosenza, colpevole di non aver assunto un atteggiamento tollerante a fronte delle condotte illecite poste in essere da altri colleghi, uno dei quali ha chiesto l'intervento protettivo del sodalizio mafioso.



L’inchiesta ha permesso di individuare un'altra organizzazione criminale, legata da vincoli parentali con la famiglia Perna, dedita all'approvvigionamento ed allo spaccio, attraverso una fitta rete di pusher, di sostanze stupefacenti: cocaina, hashish e marijuana, ricostruendo numerosi episodi di spaccio di sostanza stupefacente e procedendo a sequestri di stupefacente di vario tipo.
"E' giunto il momento che gli imprenditori si rendano conto che possono e devono denunciare" ha detto Gratteri nel corso della conferenza stampa. "L'indagine - ha sostenuto il comandante provinciale dell'Arma di Cosenza, colonnello Pietro Sutera - ha aperto uno squarcio inquietante del contesto nel quale gli indagati si muovevano".
A margine della conferenza stampa il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha commentato con i giornalisti la scelta di celebrare il maxiprocesso "Rinascita Scott" in un immobile nell'area industriale di Lamezia Terme, messo a disposizione dalla Fondazione Terina. "Siamo soddisfatti perché è la soluzione più veloce rispetto alle almeno dieci opzioni che erano sul tavolo". Secondo Gratteri "la soluzione migliore è stata questa di Lamezia Terme, ecco perché. Primo: ancora ovviamente non c’è nulla di scritto, ma a voce la presidente della Giunta regionale della Calabria ha detto che dà in concessione gratuita questo locale lungo 100 metri per 80 e - ha spiegato il procuratore della Repubblica di Catanzaro - dove possono stare comodamente mille persone, e questa èla cosa più importante, la cosa base. Poi: la Protezione Civile come emergenza ristrutturerà questo locale interno per renderlo agibile nel breve periodo. Si pensa che, se si firma, nell'arco di un mese o un mese e mezzo riusciranno a completare internamente e poi con calma si faranno le opere di messa in sicurezza, ma nel frattempo ovviamente - ha concluso Gratteri - la sicurezza la garantiranno i Carabinieri e l'Esercito".

Foto © Imagoeconomica

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