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di AMDuemila
Sessantasei sono le condanne, per un totale di ben 605 anni, che passano dai vent'anni agli otto mesi, inflitte dal Gup del Tribunale di Catanzaro Giacinta Santaniello, nell'ambito del processo in abbreviato contro la presunta "holding criminale" legata alla cosca della 'Ndrangheta Farao-Marincola di Cirò.
Solo all'interno del processo abbreviato erano imputate 104 persone tra cui imprenditori, politici, elementi di vertice intranei o affiliati. L'accusa era rappresentata dai pm della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio e dall'aggiunto Vincenzo Luberto. I magistrati hanno fatto venire a galla una rete di controllo mafioso che aveva messo le mani su diversi settori economici dai rifiuti, agli appalti pubblici, dal commercio alimentare e vinicolo, fino ai servizi funebri per un giro d'affari di parecchi milioni di euro. Ad otto anni di reclusione è stato condannato l'ex sindaco di Cirò Marina Roberto Siciliani e a 10 anni Nevio Siciliani ex assessore. Per quanto riguarda Mario Siciliani non si doversi procedere in quanto è defunto. Nei loro confronti il reato è stato derubricato da associazione mafiosa in concorso esterno. Infatti, secondo l'accusa, rappresentavano uno dei "collanti" tra il malaffare e l'amministrazione comunale di Cirò e provinciale di Crotone. "In particolare Nevio - hanno scritto i magistrati - ha goduto dell'appoggio della cosca, che ha profuso per lui proselitismo 'ndranghetistico in occasione della competizione amministrativa comunale del 2006, di talchè ha ricoperto incarico assessorile con deleghe importanti, cosi frustrando l'agire amministrativo-comunale per l'interesse della consorteria. Roberto Siciliani ha goduto del proselitismo 'ndranghetistico della cosca onde essere eletto sindaco di Cirò Marina nella tornata elettorale del 2011, così piegando l'operato della giunta al perseguimento degli interessi della cosca". Invece l'ex sindaco Siciliani è stato assolto dal capo di imputazione di abuso d'ufficio. Inoltre, assolto Giancarlo Fuscaldo, ex presidente del Consiglio Comunale di Cirò Marina, considerato il tramite tra i plenipotenziari della cosca e il resto dell'amministrazione.

Condanne pesanti per i boss
I vertici della cosca Farao-Marincola, come Vittorio Farao di Silvio, Cataldo Marincola, Giuseppe Spagnolo, Giuseppe Sestito, sono stati tutti condannati a 20 anni di reclusione. Stessa condanna anche per Salvatore Giglio, considerato al vertice dell'omonima cosca, articolazione del locale di 'Ndrangheta cirotano, egemone sul territorio di Strongoli e Strongoli Marina. Invece, 12 anni per Giovanni Spadafora considerato legato alla cosca "Giglio". Condannati a 3 anni e 8 mesi Bruno Tucci e Vincenzo Zampelli, titolari e materiali gerenti della società "La Quercia Srl", accusati di turbata libertà degli incanti aggravata dalle modalità mafiose (in concorso con pubblici funzionari e imprenditori che seguono il rito ordinario) per aver turbato il regolare svolgimento della gara per pubblici incanti bandita dal comune di Colosimi (Cosenza), svoltasi nel maggio del 2015, avente ad oggetto la vendita del materiale legnoso. Condannato a 10 anni di reclusione anche a Eugenio Quattromani, accusato di gestire per conto della cosca la società "Tre Q s.r.l". Condannato a 14 anni Mario Lavorato braccio estero della cosca a Stoccarda dove compiva atti di concorrenza sleale al fine di imporre i prodotti vinicoli ed alimentari della cosca "Farao-Marincola". Assolto invece Nicola Flotta, il "boss delle cerimonie". Diciassette anni e otto mesi sono stati inflitti a Vincenzo Santoro il quale è accusato di fare da tramite tra la cosca e gli imprenditori del taglio boschivo, settore fortemente controllato dalla cosca nella Sila cosentina. Inoltre, il gup Giacinta Santaniello ha disposto il risarcimento per i Comuni di Cirò Marina, Cariati e Strongoli, calcolato in 50mila euro ciascuno.
Risarcimento per i Comuni di Colosimi, Cutro, Mandatoriccio, Scigliano: 20mila euro. Risarcite anche la Cgil Emilia Romagna e Calabria: 50mila euro.

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