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di AMDuemila
Il procuratore di Venezia: “Non si può più parlare di infiltrazione delle mafie, ma di presenza”

Ancora un’altra operazione contro la ‘Ndrangheta in Veneto. Dopo gli arresti dello scorso febbraio che hanno colpito la cosca dei Multari in Veneto, questa mattina Carabinieri di Padova e Guardia di Finanza di Venezia hanno eseguito 33 arresti contro presunti appartenenti ad un'organizzazione criminale di matrice 'ndranghetista. Oltre agli arresti, sono stati sequestrati 10 milioni di euro. L’operazione ad ampio raggio ha coinvolto più regioni italiane: le forze dell'ordine hanno eseguito una cinquantina di perquisizioni fra Treviso, Vicenza, Padova, Rovigo, Belluno, Reggio Emilia, Parma, Milano e Crotone. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio, usura, sequestro di persona, estorsione e emissione di fatture inesistenti. L’inchiesta è stata coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Venezia nella persone della pm Paola Tonini e le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal Gip Gilberto Stignano.
Le indagini, partite alla fine del 2015, riguardano le infiltrazioni nel tessuto economico della criminalità organizzata legata al clan dei cutresi. Secondo gli investigatori l’organizzazione avrebbe fatto capo alla cosca Grande Aracri di Cutro, in provincia di Crotone.
I militari hanno accertato che il sodalizio criminale non avrebbe usato la violenza nei confronti degli imprenditori, ma gli uomini legati alla cosca avrebbero acquistato beni per riciclare e sviluppare l’attività criminale. Grazie alle attività di osservazione e ascolto dei carabinieri di Padova sono venuti alla luce episodi qualificabili come attività estorsiva e usuraia, con tassi di interesse fino ad oltre il 300%. Dall’indagine emergerebbero anche varie operazioni di riciclaggio di ingenti somme di denaro provenienti dalle attività illecite della cosca calabrese, realizzate attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti sfruttando anche con la complicità di imprenditori veneti.
“In Veneto non si può più parlare di infiltrazioni delle mafie ma di una presenza, una realtà che però è controllabile grazie al solido tessuto sociale” ha sostenuto il procuratore di Venezia Bruno Cherchi che poi ha evidenziato come alla luce delle ultime inchieste sono stati realizzati 100 arresti in Veneto contro la criminalità organizzata. “Non si può più parlare di presenze a livello locale ma di un quadro di riferimento con struttura regionale - ha spiegato Cherchi che poi ha fatto un riferimento anche alle altre organizzazioni mafiose come la Camorra nell’operazione At Last del mese scorso - c'è la sostanziale forza del territorio, sia sul fronte amministrativo che imprenditoriale, che offre stimoli per controllare il fenomeno”. “Le ultime attività di rilievo - ha concluso - dimostrano la capacità di reagire ad una attività mafiosa, nelle varie declinazioni, che può essere contrastata”.

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