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I Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro e i reparti speciali ieri hanno eseguito nella provincia di Catanzaro ed in alcune località del Nord Italia una vasta operazione, denominata 'Reventinum', che ha portato al fermo di indiziato di delitto per associazione di tipo mafioso ed altro nei confronti di 12 persone ritenute appartenenti a due contrapposte cosche di 'Ndrangheta attive nell'area montana della Sila catanzarese. Ai sodali destinatari del fermo sono contestai una serie di reati nell'ambito di una vera e propria faida scaturita per la supremazia del controllo dell'area montana della provincia. Nel corso delle perquisizioni, effettuate contestualmente all'esecuzione dei fermi, sono state trovate banconote per 13 mila euro, documenti di interesse investigativo e, in casa di uno degli indagati, un santino della Madonna di Polsi. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia - di Catanzaro, Nicola Gratteri. Alcuni fermati nell'operazione sono accusati anche di violenza privata e sequestro di persona dell'avvocato Francesco Pagliuso, ucciso in un agguato il 9 agosto 2016 a Lamezia Terme. Il sequestro sarebbe avvenuto 2 anni prima. Per gli inquirenti, Pagliuso sarebbe stato ucciso per una vendetta trasversale ed in particolare per la sua vicinanza a Domenico Mezzatesta, l'ex vigile urbano responsabile, insieme al figlio Giovanni, del duplice omicidio, avvenuto nel 2013 in un bar di Decollatura, di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, ritenuti vicini alla famiglia Scalise. Da qui si sarebbe innescata una spirale di sangue. Le indagini hanno preso spunto, oltre che dall'omicidio dell'avvocato Pagliuso, anche dall'assassinio di Gregorio Mezzatesta, avvenuto nel giugno del 2017 nel centro di Catanzaro, nei pressi della sede delle Ferrovie della Calabria, di cui la vittima era dipendente. Esecutore materiale degli assassini di Pagliuso e Mezzatesta sarebbe stato Marco Gallo, di 33 anni, titolare di una società di consulenza ma, in realtà, almeno secondo quanto ritenuto dagli investigatori, killer a pagamento. Gallo, considerato dall'accusa il braccio armato della cosca Scalise, é stato arrestato dai carabinieri nel luglio del 2017. "Siamo convinti che i mandanti dell'omicidio dell'avvocato Pagliuso - ha detto, nel corso della conferenza stampa sui fermi, il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri - si trovino tra gli indagati dell'operazione odierna". "Queste famiglie - ha detto ancora il procuratore Gratteri - hanno terrorizzato l'intera area montana. Sugli omicidi che sono avvenuti nella zona del Reventino non ci siamo fermati un attimo e non saremo appagati fino a quando non chiuderemo il cerchio delle indagini per identificare i mandanti. La macchina delle indagini è ormai partita e nessuno può fermarla. E' un progetto nato a maggio del 2016 che ha incontrato la condivisione dei vertici delle forze dell'ordine come il comandante della Legione Carabinieri Calabria, generale Vincenzo Paticchio, ed il generale di corpo d'armata Luigi Robusto, responsabile del Comando Interregionale Carabinieri "Culqualber".
Tre delle persone coinvolte nell'operazione "Reventinum" sono state fermate in Piemonte. Tra queste c'è Ionela Tutuianu, di 41 anni, compagna di Domenico Mezzatesta, considerato il capo dell'omonima famiglia e che oggi sta scontando una condanna a 20 anni di reclusione per duplice omicidio. "La donna - ha detto il tenente colonnello dei carabinieri Giuseppe Carubia, comandante del Reparto operativo di Catanzaro - aveva il compito di garantire la leadership di Domenico Mezzatesta, recapitando agli affiliati le direttive dal carcere del capo del gruppo criminale".

Fonte: ANSA