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trunfio francescoI primi verbali di Francesco Trunfio
di AMDuemila
Si è pentito Francesco Trunfio, membro della cosca dei Piromalli di Gioia Tauro, che ha iniziato a collaborare con i magistrati della Procura antimafia di Reggio Calabria. A riportare la notizia è la Gazzetta del Sud evidenziando come le dichiarazioni dell'ex boss possono generare un vero e proprio terremoto all'interno di uno dei clan della 'Ndragheta più potenti, che negli ultimi anni ha già visto altri membri "saltare il fosso", ed intraprendere un percorso di collaborazione con la giustizia. Soggetti come Marcello Fondocaro, medico vicino ai Piromalli, Arcangelo Furfaro, Pasquale Labate, Antonino Russo e Pietro Mesiani Mezzacuva che stanno svelando gli affari dell'organizzazione criminale.
La notizia del pentimento di Trunfio circolava già da alcuni giorni, ma solo ieri è stata ufficializzata quando il sostituito procuratore della Dda di Reggio Calabria, Francesco Ponzetta, ha chiesto l'acquisizione del verbale di dichiarazioni nell'ambito del processo "Spazio di libertà" davanti al collegio del Tribunale di Palmi.
Pur non essendo uno dei soggetti di vertice del clan Piromalli il collaboratore conosce comunque dinamiche e i nomi dei componenti di una delle cosche più pericolose della ‘ndrangheta e per questo può offrire un importante contributo. Attualmente il gioiese sta scontando una condanna a 14 anni e 8 mesi di carcere che gli è stata inferta nel primo grado del procedimento “Provvidenza”, operazione della Dda reggina contro la cosca Piromalli. Inchiesta che avrebbe scoperchiato i nuovi affari della cosca guidata, secondo gli investigatori, da Antonio Piromalli, figlio del boss Pino detto "facciata", condannato dal gup a 20 anni di carcere.
Trunfio durante la sua permanenza in carcere fu raggiunto da una nuova ordinanza di custodia cautelare per il tentato omicidio di Vincenzo Saverino. E dalla lettura di alcune intercettazioni confluite nelle carte di “Provvidenza”, gli inquirenti riuscirono a ricostruire la dinamica dell’accoltellamento di Trunfio a Saverino a Gioia Tauro il 29 luglio 2016. Uno scontro, quello tra i due giovani, che avrebbe innescato una serie di fibrillazioni tutte interne alla cosca Piromalli. Da quelle intercettazioni, infatti, gli investigatori scoprirono che alcuni membri del clan si proposero come mediatori per risolvere la situazione. Uno di questi sarebbe stato Girolamo Mazzaferro, elemento di vertice del clan della città del porto, e del sinopolese Carmine Alvaro classe '69.

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