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carabinieri guardia finanza poliziaIn manette anche ex sindaco Romeo
di AMDuemila
Le cosche della ‘Ndrangheta si erano infiltrate nel Comune di Taurianova negli appalti per le opere pubbliche. E' quanto emerso nell'inchiesta "Terramara - Closed" che ieri mattina ha portato all’arresto di 48 persone tra cui l’ex sindaco Domenico Romeo (in carica dal giugno 2007 al 5 gennaio del 2009 e da maggio 2011 a luglio 2013) e l'ex assessore comunale Francesco Sposato (assessore allo Sport, turismo e spettacolo nella prima giunta di Romeo di cui era uomo di fiducia e consigliere di minoranza nella seconda Giunta Romeo). L'inchiesta, coordinata dal procuratore facente funzioni di Reggio Calabria Gaetano Paci e sviluppata nell'arco temporale 2012-2016, racchiude cinque separati segmenti investigativi, complementari e convergenti, condotti dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Reggio, dalla Squadra mobile reggina e dal Commissariato di Cittanova, e dai finanzieri del Gico del nucleo di Polizia tributaria di Reggio. Così sono stati delineati gli assetti e l'operatività delle cosche Avignone-Zagari-Fazzalari-Viola cui sono collegati, con autonomia funzionale, i gruppi Sposato-Tallarida e Maio-Cianci attivi nell'area di Taurianova. Sono state documentate intimidazioni ed estorsioni, il condizionamento nel campo edile e in quello alimentare, il controllo delle intermediazioni immobiliari, delle produzioni serricole e delle energie rinnovabili. Individuati anche i soggetti che hanno favorito la ventennale latitanza di Ernesto Fazzalari catturato dai carabinieri il 26 giugno 2016.
Secondo gli inquirenti l'ex primo cittadino di Taurianova, Domenico Romeo, arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per aver favorito le cosche di Taurianova con la concessione di autorizzazioni a beneficio di imprese riconducibili ai clan, era il "referente politico" delle cosche essendo stato eletto con i voti della ‘Ndrangheta ed essendosi attivato, una volta in carica, per favorire la concessione di autorizzazioni edilizie a favore di imprese del settore fotovoltaico riconducibili alle stesse 'ndrine.
Dalle indagini - in questo caso condotte dai carabinieri del Comando provinciale - è emerso anche come il responsabile dell'ufficio tecnico del comune si fosse opposto al rilascio delle concessioni da lui ritenute illegittime per l'assenza di Piano Strutturale Comunale (Psc) e, per questo, fosse divenuto bersaglio di diversi atti intimidatori e di minacce perpetrate, secondo l'accusa, anche dallo stesso Romeo.
L'inchiesta - portata avanti su questo versante dalla squadra mobile di Reggio e dal Commissariato di Cittanova - ha evidenziato anche il ruolo dell'ex assessore comunale di Taurianova Francesco Sposato - arrestato per associazione mafiosa - che, alleato di Romeo nel corso della prima esperienza amministrativa fatta insieme, si era poi scontrato con il primo cittadino perché, secondo l'accusa, Romeo si era opposto alle mire del clan Sposato che voleva mettere le mani sul cimitero di Iatrinoli di Taurianova. Romeo, per questo, fu vittima di alcuni atti intimidatori e danneggiamenti: a settembre 2008 furono sparati colpi di pistola contro la sua auto, poi gli vennero recapitate buste con proiettili ed il 14 febbraio 2012 un ordigno fu fatto esplodere in una stalla di proprietà del fratello, Antonio Romeo, provocando la morte di un cavallo ed il danneggiamento del maneggio che li ospitava.
Le indagini, complessivamente, hanno riguardato la cosca Zagari-Fazzalari-Viola cui sono collegate, con autonomia funzionale, quelle Sposato-Tallarida e Maio-Cianci. Indagini che hanno evidenziato, hanno sostenuto gli investigatori, "l'ingombrante presenza della cosca Zagari-Fazzalari-Viola a Taurianova" e come la consorteria criminale "operi in un clima diffuso di intimidazione ambientale che le consente di assumere il controllo e la direzione di settori nevralgici dell'economia: quello delle intermediazioni immobiliari, quello delle produzioni serricole e delle energie rinnovabili".
Inoltre, grazie alle investigazioni avviate per la ricerca del latitante Ernesto Fazzalari, i carabinieri hanno potuto delineare la struttura e le dinamiche criminali della cosca, individuandone le figure apicali. Un altro filone, portato avanti dalla Squadra mobile di Reggio e dal Commissariato di Cittanova ha riguardato il "cartello di imprese" della famiglia Sposato che spazia dalla costruzione di edifici, alla commercializzazione all'ingrosso di materiali per l'edilizia e la produzione del calcestruzzo al settore alimentare.

I commenti
"Avevano sottomesso l'amministrazione comunale ai loro voleri in cambio di appoggi elettorali e imponevano in maniera asfissiante il pagamento delle tangenti a chiunque fosse interessato a fare imprese. Talvolta anche preventivamente" ha dichiarato il procuratore facente funzione della Dda di Reggio Calabria Gaetano Paci, incontrando i giornalisti per illustrare i contenuti dell'indagine.
Rispetto all’arresto dell’ex sindaco, il procuratore facente funzioni ha evidenziato come Romeo “non potendo più soddisfare le sempre crescenti richieste di favori dei Fazzalari è stato a sua volta oggetto di gravissimi atti di intimidazione, come l'uccisione di un cavallo da sella e di alcuni ricoveri per attrezzature agricole".
"Si tratta - ha aggiunto Paci parlando dell’inchiesta - di un lavoro monumentale, di altissima attenzione su quanto è avvenuto in quel comune dopo la scarcerazione del boss Salvatore Fazzalari, di 50 anni, la cui immediata preoccupazione, rientrando a Taurianova, è quella di ricostituire la 'ndrangheta, con i suoi rituali, l'affidamento delle 'cariche', le iniziazioni in casolari di campagna, tutti episodi ampiamente riscontrati. Non c'era attività imprenditoriale che non fosse regolarmente sottoposta a estorsione, e persino chi doveva avviarne una nuova era costretto alle forche caudine preventive del capobastone e prendere 'consiglio' su come muoversi. Forma dispotica di assoggettamento che condizionava sul nascere ogni investitore, che spesso preferiva non lavorare che sottomettersi alle angherie ricattatorie della 'ndrangheta".
Nel mirino del gruppo Fazzalari-Zagari-Viola-Sposato il feudo di un'antica famiglia taurianovese, i De Riso, "feudo aggredito e spezzettato dalla 'ndrangheta - ha detto Paci - per riutilizzarlo ai fini della realizzazione di un grande impianto fotovoltaico e per costruire serre agricole. Ed in questa operazione, grazie ai buoni uffici con l’amministrazione comunale di Taurianova, i clan, attraverso il cambio della destinazione d'uso dei terreni, da agricoli a destinati all'impianto di attività produttive e servizi, sfruttavano le provvidenze pubbliche per realizzare i loro obiettivi". Paci, inoltre, ha avuto parole dure "per quei professionisti indagati che, pur di lavorare, assecondavano i voleri della 'ndrangheta, pur avendo consapevolezza del loro ruolo che di fatto favoriva gli obiettivi individuati dai clan".
"E' un'operazione congiunta tra Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza - ha sottolineato il questore Raffaele Grassi - che conferma la forza della 'squadra' Stato, la puntigliosa presenza sul territorio delle forze di polizia, per assicurare lo svolgimento ordinato delle attività legali". Per il comandante provinciale dei carabinieri, col. Giuseppe Battaglia, "se questi signori credono di fare i padroni commettono un grave errore. Noi continueremo a vigilare ed operare per stare vicino alle popolazioni, agli imprenditori, agli onesti di questa provincia". Infine, il comandante provinciale delle Fiamme gialle, col. Flavio Urbani, ha descritto come "la crescita economica degli arrestati fosse inconciliabile con le loro dichiarazioni fiscali. Evidenti sproporzioni tra i loro redditi denunciati e quanto, invece, ostentavano".

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