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morabito roccoDopo una latitanza di 25 ani sarà estradato in Italia
di AMDuemila
E' stato arrestato a Montevideo, capitale dell'Uruguay, il boss della 'Ndrangheta Rocco Morabito, ricercato in vari paesi del sud America dove aveva molteplici interessi. Il fermo è il risultato di intense attività di cooperazione internazionale ed intelligence durate alcuni mesi. Nato ad Africo, in provincia di Reggio Calabria, Morabito, classe '66, viveva in Uruguay da una decina d'anni ed "era uno dei dieci mafiosi più ricercati", con una latitanza che durava da 25 anni. Morabito è stato preso in un hotel a Montevideo ma viveva nella località di Punta del Este. Insieme al boss, che sarà estradato in Italia, è stata arrestata una donna angolana con passaporto portoghese che, è quanto avrebbero precisano le fonti, sarebbe la moglie di Morabito. La polizia uruguaiana ha anche confiscato 13 cellulari, una pistola, 12 carte di credito, assegni in dollari e 150 foto carnet con il viso del detenuto.
A coadiuvare sul posto le attività della polizia è stato l'Esperto per la Sicurezza del Dipartimento della Pubblica Sicurezza di stanza a Buenos Aires, con competenza anche per l'Uruguay, avallando un primo riconoscimento di Morabito, attraverso l'interlocuzione diretta con la Sala Operativa Internazionale dello SCIP, e partecipando anche alla perquisizione della casa del latitante. La Polizia ha accertato che Morabito aveva ottenuto documenti uruguaiani presentando documenti brasiliani con il nome di Francisco Antonio Capeletto Souza, nato il 14 ottobre 1967 a Rio de Janeiro. Questi documenti sono stati diffusi dallo SCIP (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza) e dalla polizia brasiliana, poi inseriti nella banca dati Interpol, generando un alert. Dall'emissione della "Red Notice" internazionale nel 1995 e dal conseguente mandato d'arresto originato dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, il lavoro dello SCIP è proseguito sino alla cattura di sabato scorso.
Tramite un provvedimento di cattura “rosso” dell'Interpol, Morabito è accusato di aver fatto parte tra il 1988 e il 1994 di un gruppo attivo nel settore del narcotraffico, per il quale organizzava il trasporto della droga in Italia e la distribuzione a Milano. Il ministero degli Interni del paese uruguaiano cita inoltre i casi del traffico "nel 1993 di 32 kg di cocaina in Italia, operazione fallita a causa della cattura in Francia di un trafficante, e di 592 kg nel 1992 dal Brasile all'Italia, droga confiscata in quest'ultimo paese". Da ultimo, si ricorda un'operazione dell'anno successivo con 630 kg di cocaina. "Dopo sei mesi di intense attività d'informazione e intelligence è stato accertato" che Morabito aveva ottenuto "documenti uruguaiani presentando documenti brasiliani con il nome di 'Francisco Capeletto'”, ha precisato il Ministero degli interni.
"L'azione dello Stato contro la criminalità organizzata ha conseguito un altro importante risultato con l'arresto avvenuto a Punta dell'Este, in Uruguay, di Rocco Morabito, ricercato dal 1994 in ambito internazionale e inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi, perchè già condannato per associazione di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e altri gravi reati". A dichiararlo è stato il ministro dell'Interno, Marco Minniti, che si è complimentato con il capo della Polizia, Franco Gabrielli, e il comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette.

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