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caccia bruno web2No della Corte all’audizione dei pm
di AMDuemila
Francesco D'Onofrio, ex militante di Prima Linea, ora ritenuto vicino alla 'ndrangheta e da qualche mese indagato per l'omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia del 1983, sarà ascoltato nel processo milanese a carico di Rocco Schirripa, finito in carcere nel dicembre del 2015 e anche lui accusato di essere l'esecutore materiale dell'uccisione del magistrato per la quale è già stato condannato all'ergastolo in via definitiva come mandante il boss Domenico Belfiore.
Nei mesi scorsi, infatti, un pentito, Domenico Agresta, ha raccontato che quando era in carcere a Torino assieme a suo padre Saverio, tra l'aprile e il maggio del 2012, quest'ultimo, parlando alla presenza del boss Domenico Crea, storico esponente della cosca radicata nel capoluogo piemontese, disse che "il procuratore di Torino se lo erano 'fatti' loro due", riferendosi a "Schirripa e D'Onofrio", quest'ultimo indagato a piede libero per concorso in omicidio in una tranche d'inchiesta aperta sempre dal pm della Dda milanese, Marcello Tatangelo.
Ieri, accogliendo la richiesta del legale Fabio Repici, che rappresenta i familiari di Caccia, parti civili, la Corte d'Assise (presidente Ilio Mannucci Pacini) ha deciso che venga chiamato a deporre (sarà testimone assistito da un legale e con la facoltà di non rispondere) D'Onofrio, il quale, già interrogato dal pm lo scorso 6 marzo, ha negato qualsiasi coinvolgimento nell'omicidio del magistrato torinese e ha negato di fare parte della 'ndrangheta. La "audizione" dell'indagato, secondo i giudici, è "necessaria" per ricostruire i suoi rapporti con l'imputato Schirripa e valutare "l'attendibilità" delle parole del pentito Agresta.
schirripa rocco c ansaDiversamente non verranno sentiti i magistrati Marcello Maddalena (ex procuratore generale), Francesco Saluzzo (allora sostituto procuratore di Caccia) e Francesco Marzachì (allora procuratore aggiunto). Anche di questi era stata chiesta l’audizione da Repici che ha commentato a La Stampa: “Lo avevamo chiesto perché il pentito Agresta ha raccontato che alcuni emissari del gruppo Belfiore avrebbero tentato di avvicinare Caccia nel suo ufficio e lui li avrebbe cacciati. I suoi stretti collaboratori di allora avrebbero potuto aiutarci a capire se questo era vero o meno. Purtroppo anche stavolta non siamo riusciti a sentirli. Non sono mai stati ascoltati, eppure erano l'aggiunto e i due sostituti. Senza contare che il pentito Vincenzo Pavia ha raccontato che Marzachì era uno chiacchierato negli ambienti dei calabresi”.
I giudici, infine, accogliendo un'istanza del pm, hanno acquisito agli atti una sentenza del 1985 e anche alcune dichiarazioni del pentito Armando Fragomeni. Atti questi, come ha chiarito la Corte, relativi alle "contiguità” tra la criminalità organizzata e gli ambienti della "eversione politica". Il processo è stato rinviato al prossimo 17 maggio quando verrà sentito D'Onofrio e in cui sono attese le dichiarazioni spontanee di Schirripa e la requisitoria del pm.