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tribunale vibo valentia 2Il pm ne aveva chiesti 220. Caduta ipotesi reato associativo
di AMDuemila
Il tribunale collegiale di Vibo Valentia ha inflitto 9 condanne a fronte delle 20 richieste dalla pubblica accusa, per un totale di 47 anni, a carico dei 21 presunti esponenti del clan Mancuso di Limbadi imputati nel processo "Black Money". La sentenza è stata letta da poco dopo 9 giorni di camera di consiglio.
I giudici non hanno riconosciuto il vincolo associativo mentre molti altri reati fine sono caduti tra assoluzioni e prescrizioni. Il pm Marisa Manzini, dopo tre giorni di requisitoria, aveva chiesto quasi 220 anni di carcere. Era stata anche chiesta anche la confisca di tutti i beni sequestrati.
Tutto il procedimento penale doveva concludersi prima di marzo per scongiurare la scadenza dei termini di custodia cautelare di fase per gli imputati.
Nel dispositivo della sentenza è caduta l'ipotesi relativa al reato associativo per tutti gli imputati, mentre le condanne sono state inflitte solo per alcuni reati fine, escludendo però le aggravanti. Gli imputati detenuti sono stati tutti rimessi in libertà se non detenuti per altra causa. Non ha retto l'accusa di associazione mafiosa per i vertici del clan.
Antonio Mancuso, comunque condannato a cinque anni di reclusione per tentata estorsione, lascia dunque il carcere di Opera di Milano dove era rinchiuso da quattro anni in regime di 41 bis per via delle minacce nei confronti della pm Manzini e del vice questore Rodolfo Ruperti. In libertà sono tornati anche Giovanni Mancuso, a cui è stata inflitta la pena pià alta (9 anni e novantamila euro di multa) perché ritenuto colpevole di usura ed estorsione ai danni del commerciante Giuseppe Canino di Catanzaro, Giuseppe Mancuso (figlio del boss Pantaleone Mancuso, detto Vetrinetta) condannato a un anno e sei mesi; Gaetano Muscia (condannato a 7 anni e otto mesi più 5mila euro).
In libertà è tornato anche Agostino Papaianni di Ricadi, condannato pure lui a sette anni e otto mesi di reclusione per la tentata estorsione all’operatore turistico Onofrio Loiacono. Scarcerato anche il commerciante Leonardo Cuppari (condannato a cinque anni e 5mila euro di ammenda) per tentata estorsione. Il Tribunale ha dunque ordinato la remissione in libertà di Pantaleone Mancuso (detto anche Scarpuni) assolto dall’accusa di associazione mafiosa. Quest’ultimo però non lascerà il carcere in quanto sta scontando la pena per altre pesanti condanne ricevute in precedenza. Tra i condannati vi sono anche l’imprenditore Antonio Prestia (cinque anni e sei mesi) per tentata estorsione, e Antonio Velardo (quattro anni) per evasione fiscale e reati finanziari. Infine la Corte ha disposto l’invio degli atti alla Procura per procedere per falsa testimonianza nei confronti dei testi Giacomo Cichello e Marina Currò.

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