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duisburgNuovo processo per la strage di Ferragosto
di AMDuemila
Si riapre il dibattimento per Sebastiano Nirta, l'imputato classe '71 accusato di omicidio pluriaggravato e detenzione e porto di armi da sparo in concorso per la strage di Duisburg, l'epilogo della faida di San Luca tra le cosche Nirta-Strangio e Pelle-Vottari, consumato il 15 agosto 2007. La decisione è della Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria presieduta dal giudice Cappuccio, a latere Di Landro.
Nirta è il cognato di Maria Strangio, 33enne madre di tre bambini e moglie del boss Giovanni Luca Nirta, capo dell'omonima cosca di ‘Ndrangheta, uccisa a San Luca il giorno di Natale del 2006. L'omicidio di Maria Strangio, secondo la ricostruzione della Dda di Reggio Calabria, è stato la causa che scatenò la strage di Duisburg, nella quale furono uccisi Marco Marmo, Francesco e Marco Pergola, Francesco Giorgi, Tommaso Venturi e Sebastiano Strangio.
Nell'udienza di ieri gli avvocati Antonio Russo e Francesco Siclari (che sostituiva l'avvocato Nino d'Ascola), difensori di Nirta, hanno presentato dei documenti a discarico. Acquisita dai giudici anche una sentenza definitiva, accogliendo la richiesta del procuratore generale Rizzo. Quindi il processo è stato rinviato al 15 maggio, quando sarà sentito il dipendente dell'Ufficio regionale anticrimine di Nordreno-Vestfalia di Dusseldorf, dottor Tschentscher, così da “avere contezza delle origini e delle modalità di conservazione” di un reperto biologico ritrovato durante le attività investigative del post strage.
duisburg 0La posizione di Sebastiano Nirta è stata l'unica per la quale la Cassazione ha stabilito il ricorso. L'imputato è stato già condannato a 12 anni limitatamente al reato di concorso esterno in associazione mafiosa. La Corte d'assise di Locri, in primo grado, l'aveva condannato all'ergastolo ma in appello la pena è stata riveduta con la condanna per associazione, mentre è stata disposta l'assoluzione per l'ipotesi di aver partecipato alla strage di Duisburg. Per l'eccidio di 9 anni fa unico condannato è il compaesano Giovanni Strangio, ritenuto ideatore ed esecutore materiale della strage.

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