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tribunale torino c ansaLa pubblica accusa: quadro più sulla presenza mafiosa nel Nord Ovest
di AMDuemila
C'è "un'altra 'ndrangheta" a Torino. E non è quella di Reggio Calabria ma di Crotone, svelata con il processo San Michele. Un'organizzazione forse meno articolata e complessa, quanto a riti e cariche, ma che ha dimostrato ugualmente la sua efficacia. Al centro della vicenda giudiziaria le infiltrazioni dell'associazione mafiosa calabrese negli appalti pubblici del Nord Ovest, ieri conclusa con sei condanne e tre assoluzioni: la pena più alta, di 9 anni e 6 mesi, è stata emessa nei confronti di Vincenzo Donato, residente a Venaria e arrestato nel 2014, secondo gli inquirenti parte della 'ndrina di San Mauro Marchesato distaccata nel torinese.
Assolto invece Ferdinando Lazzaro, imprenditore della Valle di Susa, che in precedenza aveva effettuato dei lavori per la Tav. Lazzaro in questo dibattimento era accusato solo di reati ambientali quanto alla gestione di una cava in bassa Valle. Mauro Esposito, imprenditore che aveva denunciato di avere subito pressioni dalla 'ndrangheta, si è dichiarato soddisfatto della sentenza: a lui è stata riconosciuta una provvisionale immediatamente esecutiva di 100mila euro. "Ora confido sul prosieguo per i prossimi gradi di giudizio - ha detto - Spero che ora tutte le istituzioni che mi hanno creato dei problemi, innanzitutto Inarcassa, mi vengano incontro alla luce della sentenza: le mie denunce erano fondate".
Assolta poi dall'accusa di estorsione l'agenzia di eventi Set Up Luigino Greco, "per non aver commesso il fatto". Per lo stesso reato Adolfo Crea, considerato insieme al fratello Aldo Cosimo il capo della cellula crimine torinese, e Giacomo Lo Surdo, avevano patteggiato.
Le indagini dei carabinieri del Ros avevano svelato l'interesse delle cosche, mai messo in pratica, verso la Tav in Val Susa. "Da questo processo è emerso chiaramente il radicamento della malavita organizzata in Piemonte, i suoi appetiti per le grandi opere. - hanno affermato i consiglieri regionali del M5S Giorgio Bertola e Francesca Frediani - Tra i condannati per associazione esterna anche Giovanni Toro già impegnato in lavori di asfaltatura nel cantiere di Chiomonte".
"Siamo soddisfatti. L'impianto accusatorio ha retto", ha dichiarato il procuratore Roberto Sparagna che, insieme ai pm Antonio Smeriglio e Giuseppe Riccaboni, ha rappresentato la pubblica l'accusa. "Con San Michele si è ampliato il quadro relativo alla presenza della 'ndrangheta nel Nord Ovest. Per questo bisogna tenere presente le differenze con il processo Minotauro. Qui - continua Sparagna - non si parla di "locali" ma di "'ndrine", così come non si parla della 'ndrangheta di Reggio Calabria ma di quella di Crotone".

Foto © Ansa

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