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fazzalari ernesto webRicercato da vent'anni, era il secondo più pericoloso dopo Matteo Messina Denaro
di Aaron Pettinari
Vent'anni. Tanto è durata la latitanza di Ernesto Fazzalari, conosciuto come "U Lentu", boss della 'Ndrangheta ritenuto come il secondo ricercato più pericolodo dopo Matteo Messina Denaro. Era ricercato dal 1996 in quanto doveva scontare una condanna all'ergastolo per traffico di droga, omicidio, associazione mafiosa, traffico di armi.

I carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria, con la collaborazione del Gruppo Intervento Speciale (Gis) e dello Squadrone Cacciatori Calabria, coordinati dalla Dda di Reggio Calabria, lo hanno arrestato all’alba nella frazione Monte Trepitò di Molochio, nella Piana di Gioia Tauro, a pochi chilometri dal suo paese di origine. Al momento del blitz stava dormendo nel suo covo ed era in compagnia di una donna, anche lei arrestata con l'accusa di procurata inosservanza di pena e concorso in detenzione di arma comune da sparo e ricettazione. All'interno del covo è stato trovato anche diverso materiale, ritenuto dagli inquirenti di particolare interesse, che potrebbe portare a nuovi sviluppi d0indagine sulla rete di fiancheggiatori che fino a questo momento ne hanno permesso la latitanza. L'annuncio della cattura del boss della mafia calabrese è arrivato via Facebook direttamente dal presidente del Consiglio Matteo Renzi che si è detto 'orgoglioso' di 'giudici e forze dell'ordine' per l'operazione. "E' stata un'operazione da manuale, corale" ha detto il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, che ha ricordato l'impegno "dell'Arma territoriale, dalla Stazione alla Compagnia, dal Comando provinciale sino a quello regionale, insieme ai carabinieri del Gruppo intervento speciale (Gis) e dei Cacciatori di Calabria. L'arresto di Fazzalari - ha concluso  è il coronamento di un'intensa e articolata attività di indagine efficacemente diretta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria".
"La forza della ‘ndrangheta è quella di poter contare da un lato sulla paura della gente e dall’altro sulle connivenze“, ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, nel corso della conferenza stampa. "Fazzalari - ha aggiunto - era un capo, che ha continuato ad operare con un ruolo direttivo all’interno del suo clan. Venti anni di latitanza dimostrano che il territorio è stato favorevole a Fazzalari. Già nel 2004 eravamo arrivati alla sua abitazione, ma l’aveva lasciata poco prima. Oramai non abbiamo quasi più latitanti. È evidente che questo dimostra come lo Stato sia capace di fare applicare la legge”. Particolarmente soddisfatto anche il procuratore aggiunto Gaetano Paci: "Questa cattura è un risultato importante. Significa ristabilire la sovranità dello Stato in un territorio che i latitanti hanno strappato allo Stato, è l’espressione del dominio che lo Stato deve avere sul proprio territorio e non deve condividere con nessuno”.
Per capire la dimensione criminale dell'ex primula rossa basta guardare il curriculum criminale. Fazzalari, uno dei massimi esponenti della cosca Avignone-Zagari-Viola, è stato infatti uno dei protagonisti della faida che si è manifestatra a cavallo tra gli anni'80 e '90. Diversi pentiti lo descrivono come un killer spietato e sanguinario.

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