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carabinieri web39Intrecci politico-mafiosi, ai domiciliari anche ex sottosegretario Principe
di AMDuemila
Un "intreccio" politico-mafioso è stato delineato con l'operazione scattata contro la cosca di 'Ndrangheta Lanzino-Ruà, egemone nel cosentino, che ha portato a dieci arresti (tra custodie in carcere e domiciliari) condotti dal Comando provinciale di Cosenza su ordine della Dda di Catanzaro.
Il blitz ha consentito di evidenziare una commistione di interessi grazie alla quale i candidati alle varie tornate elettorali per il rinnovo del consiglio comunale di Rende (CS) dal 1999 al 2011, per il rinnovo del consiglio provinciale di Cosenza del 2009 e del consiglio regionale della Calabria del 2010, erano riusciti ad ottenere l'appoggio elettorale da parte di personaggi di rilievo della cosca. Gli affiliati erano già tutti definitivamente condannati per associazione mafiosa in cambio di favori.
Fra gli arrestati c'è anche Sandro Principe, esponente Pd, ex sottosegretario al Lavoro, ex sindaco di Rende ed ex assessore e consigliere regionale in Calabria. Le accuse nei suoi confronti sono corruzione elettorale aggravata e concorso esterno in associazione per delinquere di stampo 'ndranghetista. Gli altri destinatari del provvedimento sono l'ex sindaco di Rende Umberto Bernaudo, l'ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e l’ex consigliere provinciale Pietro Ruffolo. I reati contestati a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione. L’inchiesta è stata condotta dai pm della Dda di Catanzaro Vincenzo Luberto e Pierpaolo Bruni.
Tra le attività illecite individuate, che hanno permesso di sferrare un duro colpo al sistema collaudato da oltre un decennio con il fulcro nell'amministrazione comunale di Rende, ci sono quelle relative all'affidamento in gestione di locali pubblici comunali a beneficio di personaggi appartenenti alla 'Ndrangheta, all'assunzione presso la società "municipalizzata" per la gestione dei servizi comunali, di soggetti vicini al clan mafioso, al mancato licenziamento di alcuni di questi nonostante le condanne emesse, la promessa dell'erogazione di fondi pubblici per finanziare una cooperativa creata ad hoc da un soggetto di vertice all'interno della cosca per la gestione dell'area mercatale di Rende.
Nello specifico, le assunzioni alla "municipalizzata" hanno riguardato diversi appartenenti alla cosca tra cui il suo capo, Ettore Lanzino. Questi favori derivavano da patti elettorali stretti in occasione delle competizioni politiche, nelle quali la cosca Lanzino era sistematicamente coinvolta. Gli esponenti, infatti, non si adoperavano nelle attività di procacciamento di voti per motivi politici, ma esclusivamente per il perseguimento di interessi della cosca, appoggiando candidati diversi o di differenti fazioni.
Le indagini hanno fatto emergere come, anche in occasione della campagna elettorale risalente al 2014 (per il rinnovo del consiglio comunale di Rende) sia stato interessato, anche se detenuto, uno dei quattro sodali per i quali è stata emessa la misura cautelare, oggi a 41 bis, per ottenerne il beneplacito e le indicazioni in modo da garantire l'appoggio elettorale. L'uomo era stato intercettato in occasione di un colloquio in carcere, e aveva stabilito come condizione il pagamento di un'ingente somma di denaro, in quanto lamentava gli scarsi benefici ottenuti dalla cosca in passato, nonostante si fosse occupato di monitorare l'attività politica dai principali candidati.

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