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polizia arrestatiArrestati dalla Polizia, si nascondevano in un bunker “full comfort”
di AMDuemila
Un bunker di metallo, nascosto dentro un costone in una località chiamata Agro di Maropati tra Melicucco e Rizziconi, dotatato all'interno di tutti i comfort. E' qui che si nascondevano i due boss di 'Ndrangheta Giuseppe Ferraro (latitante dal 1998, condannato all'ergastolo per omicidio e associazione mafiosa) e Giuseppe Crea (irreperibile dal 2006 e condannato per associazione mafiosa). I due sono stati arrestati questa mattina all'alba, in provincia di Reggio Calabria, dagli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria, guidata da Francesco Rattà, con il supporto della prima divisione dello Sco diretta da Andrea Grassi.
All'interno del covo gli inquirenti hanno rinvenuto un mitra, dei fucili e molte pistole. Un vero e proprio arsenale di armi a disposizione dell'organizzazione criminale.

Giuseppe Crea, sepur giovane, non era certo l'ultimo arrivato. E' considerato il vertice del omonimo clan di Rizziconi ed è il figlio prediletto di Teodoro "Toru" Crea e una delle ultime inchieste aveva accertato che si era impossessato di fondi europei per centinai di migliaia di euro. Secondo alcune ipotesi investigative sarebbe stato lui ad uccidere Francesco Inzitari, figlio appena diciottenne di Pasquale, ex consigliere provinciale Pasquale, condannato in via definitiva come concorrente esterno della cosca Mammoliti-Rugolo. Lo scorso giugno il cerchio attorno al capocosca si era stretto con l'operazione Deus che aveva portato la Dda di Reggio Calabria a smantellare la fitta rete di fiancheggiatori. A differenza del recente passato, però, stavolta non è riuscito a sfuggire all'arresto.
Da diciotto anni invece durava la latitanza di Giuseppe Ferraro, capo storico dei Ferraro Raccosta, boss di Oppido Mamertina, capace di resistere anche alla faida degli anni Ottanta. “Adesso - commenta il procuratore capo della Dda reggina, Federico Cafiero de Raho - che il territorio è stato liberato da questi due pericolosi latitanti, invito le persone a farsi avanti e collaborare per far luce sui loro crimini, come l'omicidio di Francesco Maria Inzitari. Questa operazione è la dimostrazione di come la Dda non abbia dimenticato la promessa di far luce sull'uccisione del diciottenne, che rimane uno degli episodi più gravi ed efferati avvenuti in questa terra, maturato in un contesto di 'ndrangheta che chiama direttamente in causa il clan Crea e il suo reggente”.

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