Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

duisburgdi AMDuemila - 26 giugno 2015
Al processo sono imputati Giuseppe e Sebastiano Nirta, secondo l'accusa membri del gruppo di fuoco
Estate 2007, cinquantaquattro colpi rompono il silenzio della notte di ferragosto nella cittadina tedesca di Duisburg. E' così che davanti al ristorante italiano “Da Bruno”, va in scena quello che viene ricordato come l'ultimo atto della faida di San Luca che vedeva opposte in una lotta per il potere nella provincia di Catanzaro le 'Ndrine Nirta-Strangio contro quella dei Pelle-Vottari.
In quella mattanza muoiono il diciottenne Tommaso Venturi (unico originario di un paese in provincia di Cosenza), Francesco Giorgi di 16 anni, Marco e Francesco Pergola, di 20 e 22 anni, il venticinquenne Marco Marmo e Sebastiano Strangio, di 39 anni. Quest'ultimi provenivano in prevalenza da San Luca, nell’Aspromonte. Tra l’ottobre dello stesso anno e il settembre del 2013, tra San Luca, Duisburg, Amsterdam e Utrecht vengono arrestati esecutori e mandanti della strage.

Tra questi, secondo l'accusa, vi erano anche Giuseppe e Sebastiano Nirta, imputati al processo “Duisburg 2”, giunto in appello alle sue fasi conclusive. Al termine della requisitoria il pg Fulvio Rizzo ha chiesto la condanna all’ergastolo per il primo (condannato a 12 anni in primo grado solo per il reato di associazione mafiosa e assolto dal reato di omicidio plurimo), nonché la conferma della massima pena disposta in primo grado per il secondo. Contestualmente è stata chiesta anche la conferma della condanna per Antonino Flaviano, a 2 anni, pena sospesa, per aver l’ipotesi di favoreggiamento.
Il pg, nella sua requisitoria si è soffermato sulle motivazioni d'appello del pm, in particolare sulla richiesta di rivalutare le dichiarazioni del collaboratore Vincenzo Consoli, e si è soffermato sull'importanza del materiale probatorio rinvenuto in Germania, all'interno di un appartamento di Dusseldorf, ritenuta la base strategica del commando. E' in quel luogo che gli inquirenti trovarono tracce della presenza di alcuni soggetti di interesse operativo.
L'accusa ha anche evidenziato gli esiti dell’esame dell’abitacolo di un’autovettura Renault Clio in uso a Giovanni Strangio, che sarebbe stata utilizzata dal commando la sera del 15 agosto 2007.
Lo stesso Giovanni Strangio, ritenuto ideatore ed esecutore materiale della strage, è stato condannato nel maggio 2014 dalla Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria nel troncone principale che ha portato all'operazione “Fehida”. Assieme a lui vennero condannati anche altri cinque imputati accusati di alcuni omicidi compiuti anche questi nell’ambito della faida di San Luca: Giuseppe Nirta, detto 'Peppe u versu'; Francesco Pelle, detto 'Ciccio Pakistan'; Francesco Nirta; Sebastiano Vottari, detto 'il Professore', e Francesco Vottari, detto 'Ciccio u Frunzu'.
Il processo “Duisburg 2” è stato poi rinviato alle udienze del 9 e 21 luglio per le conclusioni dei difensori che hanno anche presentato ricorso chiedendo la riforma della sentenza di Locri.