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manette0di AMDuemila - 27 febbraio 2015
Per traffico di sostanze stupefacenti e associazione mafiosa, reati commessi tra la Calabria e Milano negli anni '80 e '90, torna in carcere il boss Carmine De Stefano dopo appena pochi mesi di libertà per fine pena quando, dal giugno 2014, era stato sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di Reggio Calabria.
De Stefano, tra i massimi esponenti dell'omonima cosca di Reggio Calabria, è stato arrestato dalla squadra mobile in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura generale che ha ordinato il ripristino di una precedente carcerazione. Ora dovrà scontare un residuo di pena pari a 2 anni, 9 mesi e 28 giorni di reclusione, determinati con ordinanza dello scorso gennaio dalla Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria, in quanto il boss in quegli anni, insieme al fratello Giuseppe ed al suocero Franco Coco Trovato, era referente della cosca in Lombardia.
Carmine è figlio di Paolo De Stefano, dominus della 'Ndrangheta reggina ucciso nell'ottobre dell'85, il cui omicidio aveva portato alla seconda guerra di mafia. Il boss si era dato alla latitanza dal 1994 (entrando a far parte dell'elenco dei ricercati più pericolosi a livello nazionale) al 2001, quando la squadra mobile, con un blitz, lo catturò in un appartamento nel quartiere Arghillà di Reggio Calabria. De Stefano è stato successivamente rinviato a giudizio per associazione mafiosa e duplice omicidio nell'ambito dello storico processo "Olimpia", e infine condannato solamente per il delitto di associazione mafiosa a 8 anni di reclusione, poi ridotti in appello a 4 anni e 8 mesi.

Ora la Procura generale ha disposto una nuova carcerazione a seguito del calcolo tra quanto De Stefano ha già scontato e la pena inflitta, dopo diversi ricorsi anche in Cassazione conclusi con la rideterminazione della pena.

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