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giuramento-ndranghetaAggiornamento - Ore 19:33
di AMDuemila - 18 novembre 2014 - Video
Ripreso dai  Ros il rito della Santa
Milano. Maxi operazione antimafia che ha coinvolto lo stivale da Nord a Sud, da Milano, Como, Lecco, Monza-Brianza, Verona, Bergamo a Caltanissetta, quella eseguita oggi dai carabinieri delle varie province che ha portato all’arresto di 40 persone.
L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Milano nei confronti degli indagati per associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi.
Al centro delle indagini del Ros, scaturite da un'inchiesta del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dei pm Paolo Storari e Francesca Celle, ci sarebbero tre gruppi della 'Ndrangheta radicati nel Comasco e nel lecchese, con diffuse infiltrazioni nel tessuto locale e saldi collegamenti con le cosche calabresi di origine.

Il rito della Santa
Durante le indagini grazie all'utilizzo di intercettazioni ambientali, telefoniche e riprese filmate i Carabinieri sono riusciti riprendere “in diretta” i rituali mafiosi per il conferimento delle cariche interne e le modalità di affiliazione. Una documentazione unica perché fino ad oggi non era mai successo di avere testimonianza diretta della cerimonia di conferimento della Santa, il più alto grado di affiliazione 'ndranghetista, il fatto era stato raccontato solo dai pentiti.
Per stabilire gli aspetti operativi e conferire le cariche spesso gli esponenti dei tre gruppi mafiosi si incontravano a tavola, organizzando grandi 'mangiate'.
Il filmato riprende proprio uno di questi incontri tra esponenti del Locale di 'ndrangheta di Calolziocorte (Lecco), il Locale di Cermenate e quello di Fino Mornasco (Como).
Durante il giuramento per il conferimento della Santa, viene fatto riferimento anche a Mazzini, Garibaldi e La Marmora. Garibaldi, secondo la ricostruzione degli investigatori, rappresenta il capo del Locale di 'ndrangheta (l'organizzazione locale), Mazzini il contabile e La Marmora riveste invece la carica di "236 mastro di giornata", tra le più alte dell'associazione.
Dalle intercettazioni emerge come chi riceve la carica della Santa va incontro a seri pericoli in caso di "grave trascuranza" o tradimento. "Dovete essere voi a sapere che avete fatto la trascuranza. Vi giudicate voi quale strada dovete seguire", dicono i Santisti in alcune intercettazioni e la punizione poteva arrivare al suicidio. Il giuramento avviene infatti davanti a un'arma o a una "pastiglia". "Quanti colpi ha in canna, ne dovete riservare sempre uno!", spiegano, intercettati, altrimenti c'e' sempre "una pastiglia di cianuro" oppure "vi buttate dalla montagna".


AGGIORNAMENTO - Ore 19:33
Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini ha spiegato, in conferenza stampa, che nel corso delle perquisizioni è stato trovato anche un quaderno con un vero e proprio formulario utilizzato dagli affiliati per i riti. Formule, miti e ritualismo sono sempre state componenti essenziali per attirare ragazzini e conferire una sorta di sacralità alle organizzazioni mafiose e difatti tra gli affiliati delle locali dell'ndrangheta in Lombardia c'è anche un ragazzo ''con meno di 18 anni” i cui atti “sono stati trasmessi alla procura della Repubblica dei minori di Milano''.

L'indagine chiamata "Insubria” nata negli ultimi mesi del 2012  è stata condotta dal Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri di Milano, comandato dal tenente colonnello Giovanni Sozzo, già al Ros di Catanzaro e Palermo, dove si occupò dell'inchiesta e dell'analisi sui "pizzini" di Bernardo Provenzano.
Fra i reati contestati agli indagati ci sono: l'associazione di tipo mafioso e altri delitti, aggravati dalla finalità di agevolare un'associazione mafiosa: detenzione, porto abusivo e vendita di armi clandestine, estorsione e tentata estorsione, anche con l'aggravante della transnazionalità per essere stata compiuta in più di uno Stato: Italia e Svizzera. 
Infatti la Boccassini ha parlato anche di infiltrazioni della 'ndrangheta in Svizzera.

Imprenditori “vittime” che non denunciano

Il problema dell’omertà che per anni è stato considerato come un fenomeno prevalentemente meridionale sembra essere oggi, per alcuni aspetti, forse più presente in terra Lombarda. Il pm di Milano Paolo Storari ha infatti spiegato che ''Tra il 2008 e il 2014 sono stati accertati 500 episodi intimidatori tra i quali molte estorsioni che in gran parte non vennero denunciate dalle vittime''. Storari ha precisato che ''in tanti casi le estorsioni sono state apprese in diretta con le intercettazioni'' aggiungendo che''una delle attività prevalenti'' delle cosche decapitate stamane in Lombardia ''era quella del recupero crediti in quanto erano proprio gli imprenditori a rivolgersi all'ndrangheta quando avevano problemi di insolvenza. 
Riguardo alle figure di imprenditori che entrano in rapporti con la 'ndrangheta il giudice Simone Luerti ha precisato che è necessario "evitare di consolidare una sorta di presunzione dello status di vittima" .
Le situazioni prese in esame nell'indagine (recupero crediti ed estorsione-protezione) ha spiegato il pm Storari "presentano un tratto comune, cioè la sfiducia manifestata dall'imprenditore verso le strutture statali deputate a garantire la sicurezza dei rapporti giuridici: la vittima invece di rivolgersi allo Stato si affida al mafioso che è in grado di proteggerlo e di costringere il debitore a pagare, senza peraltro rendersi conto che in tal modo si pone in un meccanismo perverso che lo travolgerà”. 
Spesso infatti “l'estorsione protezione si innesta poi su un precedente incarico di recupero crediti affidato al mafioso dall'imprenditore”.

Intimidazioni contro i politici
Dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal Gip di Milano Simone Luerti "Si rileva che dei 17 episodi di intimidazione posti in essere a Fino Mornasco dal settembre 2011 all'ottobre 2012 ben otto sono stati posti in essere nei confronti di obiettivi polici".
Ecco quindi che gli affiliati al locale della 'ndrangheta di Fino Mornasco (Como) avrebbero preso di mira anche "obiettivi politici", come il sindaco del paese, Giuseppe Napoli. Il 18 maggio 2012, infatti, era stata eretta una croce di legno con la foto di una bomba a mano accostata all'immagine del sindaco eletto con una lista civica, nei pressi del cimitero del paese.
Oltre al sindaco, era stato preso di mira il presidente del Consiglio comunale, Luca Cairoli, titolare di una concessionaria automobilistica. Tra le intimidazioni nei suoi confronti incendi dolosi che hanno danneggiato la sede della concessionaria e le vetture in vendita,  l'invio di lettere "con richieste estorsive" e nel febbraio 2012, ignoti avevano sparato colpi di fucile calibro 12 contro le vetrine della sede, per poi fuggire in auto. Tra le vittime delle intimidazioni compaiono anche l'ex consigliere comunale Antonio Chindamo e al figlia di un altro ex consigliere comunale, Luciano Introzzi.
Una "capacità intimidatoria” che come ha spiegato il Gip Simone Luerti, in alcuni casi è “già ampiamente acquisita da almeno 40 anni" come nel caso del "locale" di Calolziocorte che è stato fondato 1'8 settembre 1975".

L’ immobilismo del fenomeno criminale
Il Gip ha spiegato che l'immobilismo della 'ndrangheta è un "fenomeno che costringe investigatori e magistratura a tornare sugli stessi passi e negli stessi luoghi in cui più volte e con notevoli risultati si è operato il contrasto alla 'ndrangheta calabrese, da decenni oramai infiltrata ed anzi radicata in Lombardia". L'indagine, infatti, ha osservato il gip, è la prosecuzione dell' operazione "I fiori della notte di San Vito", che nel giugno 1994 aveva portato in cella centinaia di affiliati al "clan Mazzaferro", "una sorta di embrione nella provincia comasca di quella che poi sarà chiamata 'La Lombardia', l'articolata struttura di 'ndrangheta a cui si riferiscono tutti i locali e le 'ndrine in Regione". Lo stesso capo della 'locale' di Fino Mornasco, Michelangelo Chindamo, in una conversazione intercettata del 4 luglio 2013 dice chiaramente che: "La musica può cambiare ma per il resto.. siamo sempre noi... non è che...non è che cambia... noi non possiamo mai cambiare".

Fonte ANSA