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de-stefano-giuseppedi AMDuemila - 8 maggio 2014
Giuseppe De Stefano (in foto), boss e figlio del capobastone don Paolo, 27 anni di carcere. 20 anni, invece, a Pasquale Condello, detto il “Supremo”, a Pasquale Libri e Giovanni Tegano, tutti con posizioni criminali di spicco. 23 anni per Domenico Condello, detto “Gingomma” e nipote del boss di Archi. Dopo quattro giorni in camera di consiglio il presidente del Tribunale Silvana Grasso ha emesso le pesantissime condanne ai boss e ai gregari delle cosche di 'ndrangheta di Reggio Calabria. Di fatto sono state accolte le richieste avanzate dal pm in merito a 400 anni di carcere per gli imputati che hanno optato per il rito ordinario.
Il Tribunale ha inoltre disposto un risarcimento danni di 2 milioni di euro per lo Stato italiano e per le istituzioni che si sono costituite parte civile. I capimafia dovranno poi pagare altre 500mila euro all’associazione “Libera”.
Nei mesi scorsi il pm Lombardo aveva modificato il capo d'imputazione relativo al reato di associazione mafiosa con la definizione di personaggi criminali "invisibili", anelli di congiunzione per i rapporti tra mafia, massoneria e politica riguardanti in particolare i soggetti appartenenti al gotha.

Tutti gli altri imputati sono stati condannati a pene fino a 21 anni di detenzione, compreso Cosimo Alvaro, capocosca di Sinopoli,  (17 anni e 9 mesi di reclusione), che partecipò a ottobre 2006 a una festa per l’anniversario dei genitori di Domenico e Carmelo Barbieri, ugualmente condannati (il primo con il rito abbreviato). Alla festa parteciparono anche molti esponenti politici: un nome su tutti, Giuseppe Scopelliti, oggi candidato alle europee nella lista del Nuovo Centrodestra, secondo quanto emerge da un’informativa del Ros.
L'inchiesta, partita quattro anni fa, ha portato all’arresto di 42 persone. Ma le indagini della procura reggina, guidata da Federico Cafiero De Raho, continuano , come ha ripetutamente dichiarato nel corso del processo il pubblico ministero Lombardo. L’inchiesta che ha portato alla sentenza emessa oggi è solo una parte del filone investigativo che stanno portando avanti i carabinieri del Ros.