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aquino-roccoLo hanno trovato in casa, nascosto in un bunker
di AMDuemila – 10 febbraio 2012
È stato sorpreso all'interno di un bunker realizzato nel sottotetto della sua abitazione, a Marina di Gioiosa Ionica, Rocco Aquino, 52 anni detto «il colonnello», il boss della 'Ndrangheta arrestato dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria. Il suo nome era inserito nell'elenco dei 100 latitanti di massima pericolosità.

Non è stato facile per gli inquirenti riuscire ad individuare il nascondiglio dove il boss, probabilmente, si nascondeva dal 10 luglio 2010, quando si rese latitante sfuggendo alla cattura nell'ambito dell'operazione Crimine, coordinata dalle Dda di Reggio Calabria e Milano, e che portò in carcere oltre 300 persone.
Per scovarlo, come ha detto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri che, insieme al pm Maria Luisa Miranda, ha coordinato l'inchiesta, è stata necessaria “una tecnologia avanzata per indagini condotte ad altissimo livello tecnico”. Non solo: per centrare l'obiettivo, ha aggiunto il magistrato, è stata necessaria anche “l'elite dei carabinieri”.
Al momento dell'irruzione dei carabinieri, Aquino si è arresto senza opporre alcuna resistenza. Le indagini hanno confermato l'usanza dei boss della 'ndrangheta di vivere la latitanza nei propri territori e quando possibile, come nel caso di Aquino, addirittura in casa propria. Consapevole dei controlli delle forze dell'ordine, che hanno già portato alla scoperta di numerosi bunker, il boss aveva pensato di proteggersi facendosi realizzare il rifugio non sottoterra o tra le pareti, come avviene normalmente, ma in alto, nel sottotetto della casa. Una precauzione che però non gli è servita. Adesso, in carcere, attenderà l'esito del processo con rito abbreviato che lo vede imputato insieme ad altre 119 persone per l'inchiesta Crimine. Per lui Gratteri ha chiesto la condanna a 20 anni di reclusione.

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