di Nerina Gatti - 7 ottobre 2011
Arrestato anche Rappoccio (in foto) il massone amico dei politici.
Da una convergenza di due importanti indagini escono fuori i legami tra boss di ‘ndrangheta, super latitanti, massoni collusi, amici politici e l’immancabile procacciatore di starlette, Lele Mora.
Giovedi 6 ottobre, scatta l’operazione Reggio Nord del ROS Carabinieri guidato dal generale Ganzer e dai carabinieri del comando provinciale reggino del Colonnelo Angelosanto.
L’operazione, coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, dal sostituto procuratore Giuseppe Lombardo e dal pm Valeria Sottosanti nasce da un’indagine sulle cosche della zona Nord della città sullo Stretto, clan potenti come: Condello, Tegano e Libri in congiunzione con le attività per la cattura del superlatitante Domenico Condello detto “u pazzo”.
Condello è un cognome che fa tremare, da Reggio Calabria a Milano. “U pazzo” è condannato in via definitiva all’ergastolo è latitante dal ‘93 ed è inserito nella lista dei “latitanti di massima pericolosità”, sicuramente tra i primi 10.
È accusato di omicidio, associazione per delinquere di tipo mafioso traffico di sostanze stupefacenti e rapina. Ma soprattutto Domenico, è il cugino di Pasquale Condello, detto «il supremo», uno dei capi storici della ‘ndrangheta, e uno dei protagonisti principali delle guerre di mafia a Reggio Calabria che negli anni hanno fatto oltre mille morti, a colpi di kalasnikov e bazooka. “Il supremo” è da quasi 4 anni al 41bis, catturato dai militari della Sezione Anticrimine Carabinieri reggina.
L’indagine ha documentato l’unitarietà della ‘Ndrangheta, e l’operatività criminale del latitante Domenico Condello. l’unico vero boss rimasto in circolazione. Ma il cerchio si chiude sempre di più intorno al pericoloso latitante, che qualche mese fa era riuscito a sfuggire per un pelo alla cattura.
L’operazione ha portato sequestro di società e beni immobili per circa 9 milioni di euro.
Tra i fermati spiccano i nomi di Pasquale Rappoccio, noto imprenditore reggino, titolare della società Medinex e dell’immobiliarista Pietro Siclari, già implicati in varie inchieste della Dda di Reggio Calabria.
Rappoccio, è imputato per corruzione, nell’indagine del 2008 che metteva in luce la gestione pilotata degli appalti sia alla ASL di Locri che a quella di Reggio, svelando anche un articolato un sistema di “gare truccate”.
In quell’indagine i pm Marco Colamonici e Mario Andrigo riferivano che Rappoccio e gli altri imprenditori , oltre che indagati per associazione per delinquere, erano anche uniti dalla comune appartenenza massonica.
Pietro Siclari, invece, è già finito in manette nell’ambito dell’inchiesta “Entourage” della DIA del novembre 2010, che ha colpito le cosche Condello e Libri, colpevole di aver costituito un cartello di imprese in grado di condizionare gli appalti pubblici in tutta la provincia di Reggio Calabria. Così Siclari e le “famiglie” mettevano le mani sulla città.
Ma i due non disdegnano le amicizie politiche, anzi, le perseguono attivamente, come si evince dalle indagini he mettono in evidenza le frequentazioni con l’ex sindaco di Reggio Calabria ed oggi Governatore, Giuseppe Scopelliti. A conferma del ruolo di mediatore di Rappoccio arrivano le dichiarazioni del boss Paolo Martino, arrestato il 13 marzo scorso in un’operazione della Dda milanese coordinata da Ilda Bocassini.
Martino, racconta ai pm di essersi adoperato con l’amico Lele Mora per esaudire i desideri dell’allora sindaco Giuseppe Scopelliti che voleva mettere in luce la movida estiva di Reggio Calabria. “Oltre a essere il sindaco di Reggio, è un amico mio”, così Paolo Martino presentava il suo amico Scopelliti a Mora. Gli sforzi di Rappoccio, Mora e Martino, che sarebbe legato alla potentissima cosca dei De Stefano, sfociano in due serate su Rai2 in diretta da Reggio. Insomma tra Reggio Calabria e Milano, tra il boss, l’impresario delle semi dive e l’ex sindaco intraprendente è un continuo scambio di favori. Secondo quanto risulta dalle indagini.
Tratto da: nerinagatti.com