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Non solo istituzioni, presenti anche alcuni familiari vittime di mafia e gli studenti di Bagheria

113 anni fa moriva Joe Petrosino, il primo poliziotto italo-americano per mano della mafia (e non solo). La sua memoria resta viva di anno in anno e stamattina il Comune di Palermo lo ha ricordato con una cerimonia commemorativa in Piazza Marina, sul luogo dove venne ucciso il 12 marzo del 1909. Erano presenti, oltre al sindaco Leoluca Orlando, anche Anna Maria Corradini, presidentessa dell’Associazione Joe Petrosino Sicilia, Vincenzo Lamanna, presidente Associazione internazionale Joe Petrosino Padula e Giuseppa Catalano, sorella di Agostino Catalano, agente di scorta di Paolo Borsellino morto nella strage di Via d’Amelio. C’era anche Giovanni Paparcuri, austista prima di Rocco Chinnici e poi di Giovanni Falcone e anche alcuni familiari di vittime, tra cui Graziella Accetta e Ninni Domino, genitori del piccolo Claudio Domino.


Di fondamentale importanza è stata la presenza di alcuni giovani di Bagheria che hanno presenziato a tutta la cerimonia. In effetti, il ricordo per non essere sterile e per non spegnersi nel tempo deve essere sempre trasmesso e lasciato in eredità a chi non ha vissuto quei tragici momenti storici ma ha il diritto di conoscere la storia del proprio Paese, anche e soprattutto per comprendere il presente. La memoria deve essere attiva e per trasformarsi in azione quotidiana deve essere coltivata in primis nelle scuole e tra le nuove generazioni. Solo così il sacrificio di Joe Petrosino e di tutti i martiri non sarà mai stato vano ma continuerà ad ispirare nuove coscienze e a trasmettere, a prescindere dal tempo trascorso, il coraggio e la speranza necessarie per continuare oggi la lotta contro la mafia, ancora purtroppo estremamente attuale.

Foto © Davide de Bari

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