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di AMDuemila - Video
Salvatore Alfano, battezzato “padrino” da Mineo, figura chiave del sodalizio

L’attività di indagine, diretta dal pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, che ieri ha portato ad undici arresti di presunti appartenenti al mandamento mafioso palermitano della Noce con l’operazione “Padronanza”, è durata quasi due anni. Da quanto ricostruito dagli inquirenti è emerso che una ristretta cerchia di sodali, guidata dall'anziano boss Giovanni Nicoletti (deceduto nel febbraio di quest'anno), esercitava il controllo capillare del territorio ricadente nell'area di Cruillas. Biagio Piranio, meccanico pressoché incensurato, rappresentava l'alter ego di Nicoletti sul territorio, "filtrando gli appuntamenti per il capo e gestendo la rete relazionale della famiglia mafiosa in modo da garantire la riservatezza delle comunicazioni". Per conto del boss, Piranio curava anche le transazioni immobiliari. Gli investigatori sono riusciti infatti a documentare diversi episodi di compravendita di terreni in cui acquirente e venditore hanno dovuto versare nelle casse dell'organizzazione mafiosa una somma di denaro a titolo di sensaleria. La famiglia mafiosa era molto attiva anche nelle estorsioni e nella gestione delle scommesse abusive sulle piattaforme on line. Affari gestiti da Francesco Di Filippo, "efficiente terminale operativo di Nicoletti", che poteva contare su un gruppo di "soldati spregiudicati e sempre pronti ad organizzare pestaggi e danneggiamenti". Tra questi, Angelo De Luca e Vincenzo Lanno: il primo, su mandato di Di Filippo, si è reso responsabile dell'incendio di un terreno a scopo intimidatorio, mentre entrambi sono stati fermati da agenti della Squadra Mobile poco prima di compiere il pesante danneggiamento di una rivendita di auto.



A Di Filippo anche il compito di fare da collegamento con gli esponenti delle altre famiglie mafiose. Tra gli incontri più rilevanti, registrati dagli inquirenti, quello con Masino Inzerillo, capo del mandamento di Passo di Rigano, per mediare il prezzo di alcune estorsioni e per cui Di Filippo a luglio è stato arrestato durante l'operazione 'New Connection'. Dell'organizzazione faceva parte anche Giuseppe Carella, "interfaccia economica - come lo definiscono gli inquirenti - di Nicoletti sul territorio", e che tramite due ditte di costruzione, fittiziamente intestate ad Alfonso Siino e ieri sottoposte a sequestro preventivo, aveva conquistato una rilevante quota di mercato nel settore dell'edilizia. Nel febbraio 2018, con l'operazione 'Game Over' e la misura cautelare per Nicoletti, gli equilibri interni al mandamento si erano spostati verso la famiglia della Noce, specialmente su Salvatore Alfano, tornato in libertà nel novembre 2015 dopo una lunga detenzione scaturita dall'indagine 'Gotha'. Quel Salvatore Alfano che il capo della cupola Settimo Mineo aveva investito del ruolo di nuovo 'padrino' della Noce con un bacio in bocca, come richiede il codice d’onore della mafia, dato nella piazza principale del quartiere, segno della consegna dello scettro mafioso al nuovo "re" della Noce. Ad Alfano infatti si rivolgevano tutti per una richiesta o un consiglio: uno sconto sul "pizzo", i lavori di posa dei cavi della fibra ottica, il conseguimento della patente o la ricerca di un lavoro. Il tutto comprovato da microspie e telecamere piazzate nel negozio di moto dove si svolgevano anche summit mafiosi.

In foto da sinistra: il capo della squadra mobile Rodolfo Ruperti, il questore Renato Cortese e il vice questore Gianfranco Minissale © Imagoeconomica

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