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di AMDuemila
Il blitz della Guardia di Finanza è il proseguo dell’operazione “Stop and go”

Alle prime luci dell’alba i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, supportati dai Comandi Provinciali di Roma, Napoli, Palermo e dal Gruppo Aeronavale di Messina, su delega della Procura distrettuale etnea, hanno eseguito un'ordinanza di misure cautelari nei confronti di 25 persone (21 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) indagate, a vario titolo, per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana, hashish e "crack") aggravata dalla finalità di agevolare il clan mafioso "Santapaola-Ercolano" e dalla detenzione di armi.
Nel corso dell'operazione "Shoes", denominata così per l'utilizzo di parole convenzionali di noti brand di scarpe, utilizzati per comunicare i quantitativi di droga da movimentare, è stato anche dato ordine di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per sproporzione di un'attività imprenditoriale e 2 proprietà immobiliari. L'indagine del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania "ha consentito di pervenire a ripetuti riscontri dell'operatività di molteplici gruppi criminali organizzati (clan catanesi riforniti da formazioni criminali campane, albanesi, calabresi e laziali) attraverso l'arresto in flagranza di 6 "corrieri della droga" e il contestuale sequestro di oltre kg. 4 di cocaina, kg. 52 di marijuana e kg.25 circa di hashish", spiegano le Fiamme gialle.
L'operazione è di fatto il proseguo dell'operazione "Stop and go" sempre della Guardia di Finanza di Catania dello scorso anno nella quale erano scattate le manette per 16 persone accusate di aver importato droga da Spagna e Sud America.
Adesso è la volta dei fornitori; scoperta la rete che destinava marijuana e cocaina a due personaggi di primissimo piano dello spaccio a Catania: Giuseppe Vasta e Sebastiano Sozzi detto "Davide". Il primo è certamente quello più in vista: fu arrestato con un chilo e 300 grammi di cocaina nascosta tra i salumi e una pistola clandestina. Nella prima tranche si scoprì che si riforniva dai fratelli Maggiore - uno di loro, Graziano, era un noto cantante neomelodico - e la droga era poi rivenduta nei quartieri catanesi di Librino, San Cristoforo e al Villaggio Sant'Agata. Gli investigatori hanno accertato che Vasta si riforniva di cocaina con dei trafficanti di Castellammare di Stabia da tale Catello Gargiulo detto Nello Marijuana. Un secondo canale era rappresentato da fornitori tra Scordia e Militello, nel catanese, presentato dai fratelli Straniero e da Gaetano Sessa Dammone, sorpresi nel 2017 con 10 chili di marijuana; infine, una terza catena fornitrice aveva base operativa nel Lazio ed era rappresentata da un gruppo di albanesi Klodian Shkrela e Rodolf Sotiri. Nel 2017, in due anni d'indagine, oltre ad ingenti quantitativi di droga sequestrata, si arrivò alla scoperta di un grande arsenale con Ak47 Kalashnikov, quattro pistole e sostanze stupefacenti. La guardia di finanza ha anche sequestrato il bar Rocher di via Acquicella di fatto di proprietà di Vasta dal valore stimato di 200 mila euro. Le indagini delle fiamme gialle hanno permesso anche di radiografare il gruppo di Davide Sozzi, affiancato dalla moglie Silvana Mirabella, a cui era stata affidata la contabilità. Sozzi, secondo gli investigatori, gestiva alcune delle più fiorenti piazze di spaccio, tra cui quella di via Alogna a San Cristoforo, affidata a Turi Amato, marito di Grazia Santapaola, che si autodefiniva "Sangueblu" della mafia per il grado di parentela (cugina) con il boss Nitto. Col denaro frutto della vendita della droga, Sozzi, tra l'altro, pagava gli stipendi agli affiliati in carcere del gruppo Nizza, legati proprio ai Santapaola.

Foto © Imagoeconomica

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