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di Aaron Pettinari
Il Generale: "La Procura al corrente che il sindaco di Castelvetrano fosse un informatore

"Già dal 2004 parlai all'allora procuratore di Palermo, Piero Grasso, del rapporto che il Sisde aveva avviato con Antonio Vaccarino per arrivare alla cattura di Messina Denaro e per individuare la rete di imprenditori a lui vicini. Si era pensato a Vaccarino, come tramite per giungere all'arresto del capomafia in virtù delle relazioni che c'erano tra i due". A raccontarlo è l'ex capo del Sisde Mario Mori che ieri ha deposto a Marsala (sentito come imputato di reato connesso dopo la condanna in primo grado a 12 anni nel processo per la Trattativa Stato mafia) in un processo per favoreggiamento alla mafia contro l'ex sindaco di Castelvetrano. Vaccarino, arrestato a fine 2019 e ancora detenuto, è coinvolto in una indagine che ha svelato una rete di talpe tra ufficiali dell'Arma che avrebbero passato informazioni segrete su inchieste a carico di Messina Denaro.
Nel corso dell'udienza Mori ha anche aggiunto di avere proseguito a informare Grasso di quel rapporto Vaccarino-Sisde anche quando questi fu trasferito alla Direzione nazionale antimafia. E sarebbe stato lo stesso Grasso ad assicurargli che della vicenda avrebbe informato la procura di Palermo.
Processualmente parlando, però, il dato non era mai emerso. Basta andare a rileggere le carte dell'inchiesta che fu aperta dai pm di Palermo nei confronti di Vaccarino, nel 2006, dopo la cattura del boss Bernardo Provenzano.
Nel covo del boss corleonese, arrestato a Montagna dei Cavalli nell'aprile 2006, furono trovati 'pizzini' di "Alessio", poi individuato come il superlatitante trapanese Matteo Messina Denaro. Nello scambio epistolare i due boss parlavano anche di un certo Vac definendolo affidabile. I magistrati accertarono che quel Vac fosse Vaccarino ed iniziarono anche ad intercettarlo.
E' nell'ambito di quell'attività investigativa che emersero contatti con utenze telefoniche intestate al Ministero degli Interni, presso la sede degli uffici del Sisde.
Solo dopo la richiesta di informazioni esplicita della Procura in ordine all’esistenza di contatti tra personale del Servizio e Vaccarino, il 23 agosto 2006 l'allora direttore Mario Mori aveva confermato il rapporto spiegando la natura di quei contatti con il boss trapanese ed aggiungendo che un discorso "parallelo" fu fatto contattando Carmelo Gariffo, soggetto vicino a Bernardo Provenzano, e per promuovere un'interlocuzione anche con l’allora latitante corleonese.
Quindi si scoprì che con il nome in codice di Svetonio, Vaccarino intratteneva da un paio d’anni una corrispondenza con il boss, blandendolo ed elogiandolo e offrendosi come “facilitatore politico”, tra le altre cose, anche per la realizzazione di un autogrill sull’autostrada Palermo-Trapani.
Vi fu una fuga di notizie e quel rapporto tra Vaccarino ed il Sisde, finalizzato alla cattura di Messina Denaro, venne addirittura pubblicato sui giornali.

vaccarino antonio gds

L'ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino


Messina Denaro non fece mancare il suo disappunto, tanto che il 15 novembre 2007 inviò un'ultima lettera a Vaccarino dal contenuto esplicito ed una minaccia di morte: “…ha buttato la sua famiglia in un inferno… la sua illustre persona fa già parte del mio testamento… in mia mancanza verrà qualcuno a riscuotere il credito che ho nei suoi confronti…”. Vaccarino è stato di nuovo arrestato dal Ros un anno fa con l’accusa di avere consegnato a Vincenzo Santangelo, condannato per mafia, il contenuto riservato di un’intercettazione fatta uscire dagli uffici investigativi grazie alla complicità, secondo l’accusa, di due carabinieri, raccomandandogli: “Con l’uso che tu sai di doverne fare e con la motivazione che la tua intelligenza sa che mi spinge”.
Ma torniamo al dato originario. E' vero che la Procura di Palermo era informata di quella attività o siamo nel solito "modus operandi" adottato da Mori nel corso della sua carriera?
Va detto che già in un'intervista a tempi.it, nel settembre 2012, Mori era intervenuto sul punto addirittura dando a Grasso una responsabilità specifica: "Individuammo un personaggio che poteva essere la pista giusta per giungere al latitante. Antonio Vaccarino era ex sindaco di Castelvetrano, il paese di Messina Denaro, e suo ex insegnante. Il boss si sarebbe potuto fidare. Vaccarino iniziò una corrispondenza col boss, attraverso pizzini. Di fatto glieli dettavamo noi, d’accordo con il procuratore palermitano Pietro Grasso (oggi senatore della Repubblica, Liberi e Uguali, ndr), con cui avevamo deciso le tappe dell’inchiesta, perché i servizi non possono svolgere attività di polizia".
Grasso dunque ha, o non ha, informato la Procura di Palermo?
La domanda resta aperta perché la circostanza cozza con i dati raccolti nell'indagine del 2006. Se la Procura fosse stata messa al corrente dell'operato di Vaccarino, che senso aveva aprire l'indagine?
Certo è che dopo tanti anni Vaccarino si trova nuovamente inquisito e l'accusa è pesante perché riguarderebbe proprio il favoreggiamento del boss di Castelvetrano.
Nell'inchiesta finirono il carabiniere Alfio Marco Zappalà, accusato di rivelazione di notizie riservate, e l'appuntato Giuseppe Barcellona, che risponde di accesso abusivo al sistema informatico. Secondo i magistrati Barcellona, addetto a trascrivere i contenuti delle intercettazioni disposte nell'ambito della cattura del boss latitante Matteo Messina Denaro, avrebbe passato a Zappalà, funzionario della Dia di Caltanissetta, un verbale di conversazione tra due indagati in cui si faceva riferimento a dinamiche interne alla famiglia mafiosa di Castelvetrano. Zappalà a sua volta avrebbe girato l'intercettazione all'ex sindaco di Castelvetrano che l'avrebbe data al boss Vincenzo Santangelo, condannato per mafia in passato in un processo in cui era imputato anche l'ex sindaco. Zappalà è sotto processo in abbreviato; Barcellona ha patteggiato. Vaccarino, da parte sua, si difende rivendicando che, come nel passato da informatore del Sisde, avrebbe solo cercato di contribuire alla cattura del capomafia trapanese.
Il processo proseguirà il prossimo 26 maggio quando, secondo il programma, dovrebbe cominciare la discussione del pm.

Foto di copertina © Imagoeconomica

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