di AMDuemila
La Corte d'Appello respinge la richiesta della procura generale
La quarta sezione penale della Corte d’Appello di Palermo ha respinto la richiesta avanzata dalla Procura Generale di rideterminare il periodo di isolamento diurno nei confronti del boss ergastolano Giuseppe Falsone, ex capo di Cosa Nostra agrigentina, arrestato il 25 giugno 2010 dopo una lunga latitanza a Marsiglia, in Francia, dove si era rifatto una vita. Resta valida, dunque, la precedente decisione della Corte - divenuta irrevocabile nell’ottobre 2004 - di disporre, insieme alla pena dell’ergastolo, l’isolamento diurno per la durata di diciotto mesi.
La richiesta di rideterminazione complessiva dell’isolamento diurno era motivata dalle altre condanne (oltre quella all'ergastolo per l'omicidio dello Stiddaro Salvatore Ingaglio) a carico del capo mafia: una a dieci anni di reclusione risalente al 2006 per estorsione aggravata, un’altra a tre anni e quattro mesi risalente al 2003 per intestazione fittizia di beni e infine un’altra a dieci anni risalente al 2009 sempre per estorsione aggravata.
La Corte d’Appello non ha accolto la richiesta perché nella più lieve delle condanne il reato concorrente non supera i cinque anni di reclusione mentre per le altre due non può essere applicata la rimodulazione in quanto, scrivono i giudici, “in tema di esecuzione concorrenti, i limiti di durata massima dell’isolamento diurno possono essere superati soltanto nei casi di sopravvivenza di una condanna che comporti un ulteriore periodo di isolamento diurno per reati commessi dopo l’inizio dell’esecuzione e non anteriormente”.