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di AMDuemila
Importante operazione, questa mattina, da parte dei finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo che hanno eseguito, su richiesta della Sezione Misure di Prevenzione, un provvedimento di confisca di una mega villa, con piscina, area Spa e boschetto privato, al "re del calcestruzzo" di Borgetto, Benedetto Valenza, 57enne storico esponente della famiglia mafiosa di Borgetto (Palermo).
Valore totale della villa circa 4 milioni di euro. Valenza è stato coinvolto in diversi processi di Mafia. Figlio di Salvatore e nipote di Erasmo, esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Borgetto, nonché vittime di lupara bianca, il 21 aprile del 1983, in quanto legati al gruppo del boss Gaetano Badalamenti. Fin dagli anni '90, Valenza era considerato l'imprenditore di riferimento per la produzione di calcestruzzi, delle famiglie mafiose dei Vitale e dei Brusca, riuscendo così a raggiungere una posizione di monopolio grazie alla protezione di Cosa nostra. Le indagini condotte tra il 2014 ed il 2016 avevano permesso alle Fiamme Gialle del Gico di Palermo di eseguire, nell'ottobre del 2016, il sequestro della villa di circa 600 metri quadri per complessivi 22 vani, con annesso un vasto parco di oltre 1,5 ettari comprendente numerosi altri corpi accessori nonché un garage coperto di 100 metri quadri e una piscina di 22 x 11 metri. Proprio grazie a questi ultimi approfondimenti investigativi, svolti anche attraverso l'analisi dei rilievi aerofotogrammetrici dal 1994, si è riusciti a dimostrare che la costruzione della villa sia in realtà avvenuta tra il 1994 ed il 1998, anni in cui Valenza già viveva in pieno la propria illecita espansione imprenditoriale. Per tale motivo, e alla luce della evidente sproporzione fra redditi dichiarati e beni posseduti concomitante con le manifestazioni di pericolosità sociale del Valenza (accertate con il primo decreto di confisca già nel 2001), la Sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha ritenuto che ricorrano a tutti i presupposti per disporre la confisca della villa e di tutte le sue pertinenze quantificate per un valore di circa 4 milioni di euro. In passato l'imprenditore era finito anche nell'inchiesta sul cemento depotenziato utilizzato per realizzare appalti pubblici.

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