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di Davide de Bari
Depositata un'informativa del Ros in cui si traccia un identikit del latitante

L’appuntato dei carabinieri Giuseppe Barcellona, imputato per rivelazione di segreto d'ufficio con il tenente colonnello dell'Arma Marco Alfio Zappalà, nell'ambito dell'inchiesta sulle ricerche che riguardano la cattura del latitante Matteo Messina Denaro, è stato ascoltato in “incidente probatorio” davanti al Gup di Palermo Annalisa Tesoriere. Il militare, così come aveva fatto nell'interrogatorio di garanzia, ha dichiarato di aver “solo eseguito gli ordini di un mio superiore”. A chiedere il nuovo esame sotto le forme dell'incidente probatorio erano stati i pm della Dda Francesca Dessì e Pierangelo Padova, che conducono l’accusa.
Secondo gli investigatori, il carabiniere, quando era in servizio presso la Compagnia di Castelvetrano, occupandosi di trascrivere le intercettazioni telefoniche e ambientali, avrebbe inviato a Zappalà, "su istigazione" di quest'ultimo, alcuni 'screenshot' di conversazioni captate in un'intercettazione ambientale tra due soggetti (Sebastiano Parrino e Ciro Pellegrino) sottoposti ad indagine. Secondo gli inquirenti, il tenente colonnello, in servizio alla Dia di Caltanissetta, avrebbe “girato” la trascrizione all’ex sindaco di Castelvetrano Antonio Vaccarino, coinvolto anche lui nell’inchiesta della Dda di Palermo. Per l’accusa l’ex sindaco avrebbe informato il compaesano Vincenzo Santangelo, già condannato per mafia. L’appuntato, durante l’esame, ha anche aggiunto che è stato lui a prendere, per primo, con Zappalà, il discorso sul fatto che lavorava su delle intercettazioni e affermando che la trasmissione delle trascrizioni è stata estemporanea e assolutamente non preventivata.
Durante l'udienza davanti al Gup, Zappalà ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato dopo aver depositato una relazione tecnica che farebbe venir meno la certezza che sia stato lui a trasmettere il file a Vaccarino.

L’informativa del Ros su Messina Denaro
Tra gli atti depositati al procedimento risulta esservi anche un’informativa del Ros con l’ultimo identikit della primula rossa di Castelvetrano. Secondo il documento Matteo Messina Denaro si presenterebbe con i capelli neri, stempiato e non sarebbe più “affetto da strabismo”. Ugualmente sarebbe ancora magro e vestirebbe pantaloni con le pences, solo camicie di marca acquistate da Dell’Oglio, a Palermo, insieme alle scarpe Alexander, reperibili anche nel negozio di Trapani “Stefania Moda”.
A riportare la notizia dell'informativa, qualche giorno fa, era stato il giornalista de “Il Fatto Quotidiano” Giuseppe Lo Bianco.
Il nuovo identikit ha come fonte proprio l’appuntato Barcellona che durante una notifica alla sua abitazione ha fornito le indicazioni. “Chiedendo di parlare da solo con lo scrivente (un ufficiale dei Ros, ndr) - è scritto nell'informativa - riferiva di avere appuntato su un foglio alcune notizie (ricevute asseritamente da una fonte confidenziale, nei mesi precedenti il proprio arresto), inerenti il latitante Messina Denaro". A detta di Barcellona il confidente sarebbe “una persona onesta che conosce il latitante sin da giovane”. Nell'informativa vengono anche riportati altri elementi che erano scritti nel foglio mostrato all'ufficiale. Nel documento si parla anche di uno dei postini del superlatitante “che si sposta con una bici elettrica nei pressi di un bar pasticceria che è solito frequentare” ed anche dell'esistenza a Castelvetrano di “cunicoli sotterranei che dai bagni pubblici delle piazze conducono sotto terra a una chiesa sconsacrata”.

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