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di AMDuemila
In manette anche un avvocato del Foro Romano, secondo gli inquirenti “costituiva la longa manus di Rinzivillo”

La squadra mobile di Caltanissetta ha eseguito 4 ordinanze di misura cautelare, emesse dal Gip del Tribunale di Caltanissetta su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica, nei confronti di soggetti accusati di far parte del clan Rinzivillo. L’indagine costituisce una costola dell’operazione andata a termine nel 2017 denominata “Extra Fines” dove sono stati arrestati 37 membri del tristemente noto clan gelese. In quella inchiesta si era fatto luce sull’ascesa criminale del boss Salvatore Rinzivillo il quale, approfittando della carcerazione dei suoi fratelli e dell'assenza sul territorio di uomini in grado di contrastarne il carisma, riorganizzò il clan appoggiandosi sia su figure tradizionalmente appartenenti ad esso sia su figure emergenti che si erano messe a sua disposizione. Nell’indagine è emersa la figura di un avvocato del Foro Romano, tale Grazio Ferrara, 39 anni, ritenuto, secondo gli inquirenti, "uomo di fiducia del boss gelese Rinzivillo sin dal 2016 (durante il periodo delle indagini che diedero il via all'operazione Extra Fines) quando lo aveva fatto contattare da un suo affiliato". "L'avvocato - si legge in una nota della polizia - costituiva la longa manus di Rinzivillo negli affari intessuti dal boss gelese con altri appartenenti al clan". In particolare secondo gli investigatori, "Rinzivillo impartiva all'avvocato ordini precisi che andavano ben oltre gli incarichi forensi". Dalla ricostruzione della polizia la disponibilità del legale nei confronti del boss gelese è stata dimostrata anche dopo la carcerazione del boss: infatti, è proprio al suo avvocato che Rinzivillo, sottolineano gli inquirenti, "approfittando del suo status di insospettabile legale, affidava il compito di fare uscire i suoi ordini per altri esponenti della consorteria mafiosa, ancora liberi sul territorio”. Alla stessa maniera il legale, si apprende, avrebbe fatto pervenire al capo mafia, in diverse occasioni, messaggi dei sodali liberi attraverso l’esibizione di fogli manoscritti durante i colloqui in carcere. Insieme all’avvocato sono stati arrestati anche Benedetto Rinzivillo, detto “Peppe ucurtu”, 55 anni, imprenditore gelese attivo nel commercio delle carni; Giuseppe Incorvaia, imprenditore di Licata in pensione, 73 anni ed Emanuele Zuppardo, 62 anni, domiciliato a Parma e sottoposto alla libertà vigilata.

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