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di AMDuemila
Emessa la sentenza anche nei confronti di tre fiancheggiatori

Ieri sera il gup di Palermo, Marcella Ferrara, ha condannato a 18 anni di reclusione Leo Sutera, 68 anni, di Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento, ritenuto il capo mandamento di Cosa Nostra e fedelissimo del super-latitante Matteo Messina Denaro. Condannati anche i suoi presunti fiancheggiatori, la fioraia di Sambuca di Sicilia, Maria Salvato, 45 anni, l'autista di Sutera, Vito Vaccaro, 57 anni, e l'imprenditore Giuseppe Tabone. La pena inflitta nei loro confronti, per l'accusa di favoreggiamento aggravato, è di tre anni di reclusione. Sutera fu fermato il 29 ottobre scorso dagli investigatori dello Sco e della Squadra mobile di Palermo e Agrigento, che gli contestarono una nuova accusa di associazione mafiosa, dopo che una microspia intercettò una frase dalla quale sarebbe emersa la sua volontà di fuggire. Le indagini furono coordinate dai sostituti procuratori Alessia Sinatra, Geri Ferrara e Claudio Camilleri. Secondo l'accusa gli altri tre indagati erano accusati di favoreggiamento aggravato. Giuseppe Tabone, Maria Salvato e Vito Vaccaro sarebbero stati particolarmente attivi nel coadiuvare il capomafia. Lo avrebbero aiutato ad eludere le indagini, salvaguardandone gli spostamenti e la comunicazione e bonificando, in una circostanza, un appartamento dove il boss doveva tenere un summit.