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La Procura aveva chiesto 21 anni
di AMDuemila
Diciotto anni di carcere. È questa la condanna nei confronti di Alfonso Caruana, narcotrafficante di 72 anni attivo tra Sud America, Canada e Italia, stabilita dalla Corte d'Assise d'Appello di Torino al termine di un nuovo processo di secondo grado svolto dopo una sentenza di annullamento con rinvio della Corte di Cassazione. Si tratta dell'ultimo procedimento nato dall'inchiesta 'Cartagine', dal nome del porto colombiano da cui partì un carico di cinque tonnellate di droga intercettate dai carabinieri a Borgaro Torinese nel marzo del 1994. Un'operazione che ancora oggi viene considerato come uno dei più grandi sequestri di stupefacente mai effettuato in Italia. Caruana, ritenuto il capo indiscusso della famiglia mafiosa Caruana-Cuntrera, era stato indicato già da Giovanni Falcone come personaggio di rilievo nel mondo del narcotraffico. Nei confronti dl "boss dei due mondi" la procura generale di Torino aveva chiesto 21 anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. Il suo difensore, l'avvocato Maria Brucale, ne aveva chiesto l'assoluzione. La corte, presieduta da Piera Caprioglio, ha condannato il 72enne per quattro capi di imputazione stabilendo una pena di 18 anni. "Torneremo in cassazione - dichiara l'avvocato Brucale -. Ci sono una serie di norme del giusto processo che non sono state rispettate". Tra queste, secondo il legale, "l'utilizzo di dichiarazioni di un testimone rese all'estero in un altro procedimento senza un difensore italiano, né l'obbligo di dire la verità".
Per questo processo, nel 1998 Caruana era stato assolto in primo grado e poi condannato in appello a 21 anni, ma la Suprema Corte aveva ordinato un nuovo procedimento. Caruana sta finendo di scontare una condanna per mafia e traffico nel carcere di Nuoro e, se assolto, sarebbe presto uscito di cella.

In foto: il boss Alfonso Caruana in una foto d'archivio

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