Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di AMDuemila - Video
Questa mattina i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo su delega della Direzione Distrettuale Antimafia hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare detentiva, emessa dal GIP, nei confronti di 32 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni aggravate dal metodo mafioso, favoreggiamento reale aggravato, trasferimento fraudolento di valori, sleale concorrenza aggravata dalle finalità mafiose, spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illecita di armi.
L'operazione, denominata "Atena" è il frutto di un'indagine del Nucleo Investigativo sul mandamento mafioso di Porta Nuova, già colpito lo scorso 4 dicembre nel corso dell'operazione "Cupola 2.0" con l'arresto di 11 persone tra cui il reggente Gregorio Di Giovanni (detto il "reuccio").
La complessa attività investigativa ha rivelato che all’atto della sua scarcerazione, nel 2015, Di Giovanni aveva immediatamente affiancato il reggente del mandamento Paolo Calcagno, prendendone poi il posto nel momento in cui questi veniva tratto in arresto nel corso dell’operazione “Panta Rei”, eseguita nel dicembre dello stesso anno.
Da quel momento, Gregorio Di Giovanni veniva affiancato nel controllo mafioso del territorio dal fratello Tommaso (nel suo breve periodo di libertà dal 18 dicembre 2016 al 17 luglio 2017) e si avvaleva per la gestione delle attività illecite della collaborazione di uomini di fiducia per i diversi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa.
L'inchiesta - coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Salvo De Luca, dai sostituti Maurizio Agnello e Amelia Luise - ha anche rivelato il traffico di stupefacenti dell'organizzazione criminale organizzato in maniera capillare sul territorio. Il dato più allarmante, in primo luogo, è la crescita costante della domanda della droga, ma non si può non evidenziare il dato che le richieste di acquisto per uso personale provenivano anche da una nutrita schiera di acquirenti costituita da imprenditori e liberi professionisti della città.
Avvocati, dentisti, architetti, commercianti, imprenditori e ristoratori chiamavano di continuo il "call center" della rete di spaccio, gestito dal clan h24. E le consegne avvenivano a domicilio, tal volta anche in ufficio.
Nel corso delle indagini sono state, altresì, individuate due diverse attività, una imprenditoriale e l’altra commerciale, ubicate a Palermo e riconducibili agli esponenti di vertice di cosa nostra, ma intestate a prestanome e quindi sottoposte a sequestro preventivo. In tema di attività commerciali è stato contestato il reato di illecita concorrenza aggravata dal metodo mafioso per avere imposto la fornitura di caffè a bar del territorio. Infine, sono stati individuati gli autori di 5 estorsioni consumate/tentate nei confronti di imprenditori e commercianti costretti al versamento a cosa nostra di somme di denaro.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos