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gdf auto c imagoeconomicaAd emergere la figura di Giuseppe Corona. In tutto 24 gli uomini a finire in manette con il blitz della Guardia di Finanza
di AMDuemila
Importante blitz della Guardia di Finanza che questa mattina ha eseguito 28 fermi (4 ai domiciliari) nell'ambito di una inchiesta sulle cosche mafiose palermitane coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Salvatore De Luca e dai pm Roberto Tartaglia, Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Siro De Flammineis. Per 19 indagati è stato disposto il divieto di dimora. Quattro gli arresti domiciliari: tra questi il noto penalista palermitano, Nico Riccobene. In particolare l'indagine ha portato alla luce il ruolo di Giuseppe Corona, boss emergente nei nuovi assetti di Cosa nostra orfana di Salvatore Riina, capace di riciclare fiumi di denaro. Il suo nome non è nuovo agli inquirenti, infatti era già emerso negli atti di un'inchiesta che, l'anno scorso, portò in carcere i vertici del clan mafioso di Resuttana da sempre guidato dai boss stragisti della famiglia Madonia. Condannato a 17 anni per un omicidio commesso dopo una banale lite per la restituzione di un braccialetto, figlio di un mafioso assassinato, di lui il capomafia Gregorio Palazzotto diceva "é mio fratello". Secondo gli inquirenti i Madonia gli avrebbero affidato il loro tesoro, tanti soldi da ripulire, e le scommesse dell'ippodromo, poi sequestrato per mafia. E nel denaro da "ripulire" c'erano anche i proventi del traffico di droga, reinvestiti poi in attività lecite.
Tra gli arrestati figura anche il nome di
Raffaele Favaloro, il figlio del pentito di mafia Marco Favaloro che fu tra i responsabili dell'omicidio dell'imprenditore Libero Grassi, ucciso perché si era opposto al racket del pizzo. Favaloro, mafioso del clan Resuttana, è passato nei ranghi dei collaboratori di giustizia negli anni '90. Il figlio a cui gli inquirenti contestano l'associazione mafiosa e il riciclaggio attraverso le attività dei Compro Oro, evidentemente non ha seguito le sue orme. Pur non essendo mai stato formalmente affiliato, Marco Favaloro era un uomo di fiducia dei boss Madonia. "Non ero combinato, però ero molto vicino, non mi mancava niente, ero diretto col mandamento a cui appartenevo", ha raccontato ai magistrati quando ha cominciato a collaborare.
Ed è al nome di Raffaele Favaloro che è legato il penalista palermitano, Nico Riccobene. Secondo l'accusa avrebbe suggerito al suo cliente la strada da seguire per evitare il sequestro dei beni, consigliando di separarsi dalla moglie intestando a lei i beni e le attività in modo da scongiurare la misura. Dunque è finito ai domiciliari per concorso in intestazione fittizia dei beni.

La foto con il leader dei Cinquestelle
Tra gli elementi emersi nel corso delle indagini vi è anche l'uso che Giuseppe Corona faceva dei social. Nella pagina Facebook di uno dei suoi bar, la caffetteria Aurora di Palermo, tra foto di dolci e vini, esibiva lo scatto che lo riprendeva insieme a Luigi Di Maio, al deputato M5s all'Ars Giancarlo Cancelleri e al cognato Fabio Bonaccorso. I due esponenti politici erano andati nel locale per un caffè durante la campagna elettorale per le regionali siciliani di ottobre 2017. E Giuseppe Corona, accusato di essere il "re del riciclaggio" dei clan mafiosi palermitani, non aveva perso tempo nel postare la foto fatta apposta nell'occasione. Alla caffetteria Aurora Corona, arrestato oggi insieme ad altre 23 persone in un blitz della Finanza, risultava formalmente cassiere. Ma il locale, come molti altri in città compresi gli storici bar Alba, noti per le arancine, erano suoi. Ed erano, insieme a diverse tabaccherie, enormi lavatrici di denaro sporco accumulato col traffico degli stupefacenti di cui Corona era punto di riferimento per diverse "famiglie". La Finanza ha sequestrato la caffetteria Aurora e diverse altre attività commerciali riconducibili a Corona a cui i pm contestano l'associazione mafiosa, ritenendolo esponente di spicco del clan Porta Nuova, il riciclaggio e l'autoriciclaggio e l'associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.

Fonte: ANSA

Foto © Imagoeconomica

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