Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

2Fotogallery
di Aaron Pettinari

Il presidente reggente della Corte d’appello “Infiltrazioni nell’attività economica e finanziaria”
In questi anni Cosa nostra, tra arresti, condanne e sequestri, ha subito duri colpi ma nonostante ciò “sul territorio rimane diffusa e pervasiva ed è stata tuttora in grado, quando ne ha ritenuto la necessità, di portare a compimento azioni violente ed efferate per affermare la propria supremazia ed alimentare il flusso di proventi illeciti”. Lo ha detto chiaramente il presidente della corte d'appello di Palermo facente funzioni, Matteo Frasca, nella relazione di inaugurazione dell'Anno Giudiziario. Un discorso, il suo, che era già stato anticipato ieri con la pubblicazione della relazione e che rappresenta come la lotta contro la mafia sia tutt’altro che conclusa. Anche perché la mafia sta cambiando pelle ed è sempre più capace di infiltrarsi “in ogni settore dell’attività economica e finanziaria” per reinvestire capitali illeciti oltre che nei gangli della Pubblica amministrazione. Il dato è confermato dalle indagini dello scorso anno che “hanno posto in luce il sostanziale asservimento all’organizzazione da parte di esponenti del mondo delle professioni, dell’imprenditoria, dell’intermediazione finanziaria”. “Notevole attenzione è stata rivolta ai canali di infiltrazione e di condizionamento attivati da Cosa nostra nei settori dell’impiego delle risorse pubbliche, delle concessioni e delle opere pubbliche - dice ancora Frasca -, in quest’ultimo caso attraverso i meccanismi del subappalto, nonché alla sua interessata partecipazione ai numerosi fenomeni di corruzione che tuttora investono l’operato della pubblica amministrazione”. Cosa nostra, dunque, “continua ad esercitare il suo diffuso, penetrante e violento controllo sulle attività economiche, imprenditoriali e sociali del territorio - si legge -, anche se il dato statistico registra un decremento pari all’8% del fenomeno rispetto al precedente periodo di tempo preso in considerazione”.
Per quanto riguarda gli affari rimane “pressante la sistematica imposizione del 'pizzo' alle attività commerciali e alle imprese, - aggiunge - nell'ambito delle quali, tuttavia, vengono registrati crescenti ed incoraggianti atteggiamenti di rifiuto da parte delle vittime e di denunzia o comunque collaborazione con gli organi dello Stato". "Dall'altra - spiega - però è ritornato preminente l'interesse dell'organizzazione mafiosa ad acquisire e mantenere il totale monopolio del mercato delle sostanze stupefacenti, in stretto collegamento, per le esigenze di approvvigionamento, con altre organizzazioni criminali italiane ed estere". "Ma il dato più significativo - dice Frasca - è rappresentato dalla permanente e molto attiva opera di infiltrazione, da parte di cosa nostra, in ogni settore dell'attività economica e finanziaria, che consenta il fruttuoso reinvestimento dei proventi illeciti, oltre che nei meccanismi di funzionamento della pubblica amministrazione, in particolare nell'ambito degli enti locali”. “La Dda - aggiunge - sta quindi orientando la propria azione inquirente proprio nei confronti di tali settori, al fine di individuare ed interrompere i canali di investimento e reimpiego degli imponenti proventi illeciti dell'organizzazione, affiancandola a quella dei sequestri e delle confische nell'ambito delle misure di prevenzione”.

Aumentano i collaboratori di giustizia
“In continuità con un’esperienza ormai consolidata da tempo, anche quest’anno le indagini su Cosa nostra si sono avvalse dell’apporto fondamentale offerto dai collaboratori di giustizia, che hanno fornito informazioni di grande importanza sugli attuali assetti organizzativi delle consorterie mafiose, confermandone la struttura unitaria e piramidale ed il mantenimento delle tradizionali regole interne, sui loro interessi economici e su gravi fatti delittuosi da queste perpetrati”. “Dopo un apparente periodo di stasi nel fenomeno, diversi soggetti si sono determinati a collaborare con la giustizia - prosegue -. Aldilà del livello di inserimento nell’organizzazione criminale (che in alcuni casi risulta decisamente significativo), ciò che rileva è la ripresa del fenomeno e l’incremento del numero dei collaboratori, anche proveniente da ambienti finora non ‘toccati’ da tali forme dissociative (traffico di migranti, associazioni di diversa etnia): segno indubbio dell’efficacia dell’azione investigativa e repressiva da un lato e, dall’altro, della credibilità della struttura giudiziaria e statuale nel suo complesso”.
Quindi Frasca cita le principali collaborazioni con la giustizia dell'ultimo anno, come quella degli ex boss Antonino Pipitone, Vito Galatolo e Giuseppe Tantillo mentre si dimostra cauto su Giuseppe Tuzzolino, architetto agrigentino, la cui collaborazione viene definita "controversa e in fase di approfondita valutazione".


I dati della corruzione e della prescrizione
Per quanto concerne la corruzione questa viene indicata come “una vera e propria emergenza nazionale. E la prescrizione è di fatto l’esito processuale più frequente”. Un vero e proprio grido d’allarme che indica proprio la necessità di un intervento legislativo in materia. A Palermo, “il numero dei reati che vengono dichiarati estinti per prescrizione ha subito un consistente aumento: 4.235 contro i 3.261 del periodo precedente”. Il presidente della Corte d'appello facente funzioni bacchetta le norme sulla prescrizione. "La normativa italiana sulla prescrizione è un'anomalia se si considera che in nessun altro Paese europeo esiste un regime analogo al nostro. E questo ritrovato 'nazionalismo giuridico', che comporta la pervicace conservazione di regole che l'Europa ci chiede a ragione di cambiare, finisce per collidere con l'esterofilia di maniera che invece non di rado ci induce ad importare istituti giuridici ben lontani dalla cultura, dalla storia e dalla tradizione del nostro Paese, anche se, poi, finiamo per constatarne l'insuccesso quantomeno per crisi di rigetto".

L’omertà dei colletti bianchi
A trarre beneficio della prescrizione, in particolare, sono soprattutto i colletti bianchi accusati di aver intascato mazzette. “La già ardua scoperta degli episodi di corruzione spesso avviene a distanza di anni dalla loro consumazione - dice Frasca - quasi sempre proprio alle soglie della prescrizione, che prima o poi arriva e finisce per garantire l’impunità ai corrotti”. Il presidente reggente della corte d’appello invita a guardare “l’esiguo numero di detenuti per corruzione in espiazione di pena per rendersi conto di come la sanzione penale non abbia alcuna efficacia deterrente”. Ecco la proposta che arriva da Palermo: “Va ancora una volta ribadito che i termini di prescrizione dovrebbero decorrere ex novo ad ogni passaggio processuale, senza limiti temporali massimi”. Dopo il boom dello scorso anno giudiziario, sono in decrescita nel distretto di Palermo i reati contro la pubblica amministrazione: sono passati da 3.338 a 3.167 con un decremento percentuale del 5% complessivamente che arriva a toccare punte del 22% se si analizza il reato di corruzione (le denunce sono passate da 45 a 35). Ma la media non deve ingannare, perché il trend a Palermo, Sciacca e Trapani è in ascesa. "Emerge - dice Frasca - un crescente, desolante quadro di illegalità diffusa ed in espansione, tanto nelle modalità di esercizio di pubbliche funzioni, nella gestione della cosa pubblica e nell'impiego delle risorse ad essa assegnate, quanto nei rapporti dei singoli cittadini con la pubblica amministrazione e nella fruizione, spesso indebita e fraudolenta, di prestazioni economiche e servizi da parte di pubbliche strutture". Sul fronte delle frodi sui finanziamenti dello Stato e della Comunità Europea hanno visto nel periodo una preoccupante ascesa, da 53 a 113 susseguente a una annata di forte regressione (159 erano i reati iscritti nell'anno giudiziario 2013-2014).
Nella relazione viene scritto poi che restano “elementi di criticità”, soprattutto nell’ambito della giurisdizione civile, anche se l’amministrazione della giustizia registra “un graduale recupero di efficienza”. Riferisce poi Frasca che “sono calati lievemente nel 2016 i procedimenti penali (58.090 a fronte dei 64.113 dell'anno precedente pari al 9,39 per cento) incardinati dalle Procure nel distretto di corte d'appello di Palermo. Nel 2016 ne sono stati definiti 65.663, rispetto ai 58.893 del periodo pregresso (+11,50%). La pendenza finale, pari a 52.143 procedimenti, risulta essere diminuita del 14,35 per cento rispetto ai 60.879 fascicoli pendenti al 30 giugno 2015". "Sono, invece, aumentati nel distretto di Palermo i procedimenti penali finiti nelle aule di giustizia (66.936 a fronte dei 62.748 del 2015, +6,67%). Ne sono stati eliminati 68.459 contro i 61.325 del 2015”. Secondo le stime della corte penderebbero da oltre tre anni 1.490 processi negli uffici giudicanti di primo grado. "Come si vede, - sottolinea Frasca - nei Tribunali monocratici il 26 per cento dei procedimenti viene definito entro 6 mesi, mentre il 47 per cento entro un anno. I processi innanzi ai Tribunali collegiali sono stati definiti entro 6 mesi nel 20 per cento dei casi ed entro un anno per il 38 per cento".
Un altro dato in crescita è poi quello dei reati ambientali, mentre i reati in materia di violazioni edilizie e urbanistiche e quelli di lottizzazione abusiva sono in sensibile diminuzione (rispettivamente -17% e -25%). "Per meglio fronteggiare il settore dei reati ambientali - spiega Frasca - è stato costituito e opera presso la Procura della Repubblica di Palermo il Gruppo Investigativo Tutela Patrimonio Ambientale già composto da ufficiali appartenenti al Corpo della polizia municipale di Palermo coordinati da un funzionario dell'Arpa appositamente distaccato".

Migranti e terrorismo
Altro tema delicato è quello dell’emergenza migranti. “C'è un enorme aumento dei procedimenti in materia di protezione internazionale", ha sottolineato nella relazione Matteo Frasca. "Numerosi ed in crescita esponenziale sono i procedimenti di competenza del Tribunale in materia, - spiega - essendone sopravvenuti 4.045 a fronte dei 1.759 del periodo precedente, con un aumento del 128%, mentre le definizioni sono passate da 599 a 1.297, con un incremento del 117%; la pendenza segnala un incremento del 155%, con ragionevole previsione di ulteriore crescita, in relazione al trend in aumento dei flussi migratori". Frasca sottolinea anche l'emergenza minori non accompagnati: "Dal luglio 2015 al 30 giugno 2016 sono stati iscritti 1.477 procedimenti riguardanti minori stranieri non accompagnati (di cui 1.141 di volontaria giurisdizione, 162 di adottabilità e 174 di misure rieducative), con un trend in sensibile aumento", dice. Nella relazione si parla di un aumento del 400 % rispetto all'anno scorso. "La nostra regione - conclude - non è in condizioni da sola di dare una risposta adeguata ai bisogni di un numero così elevato di minori". Nel distretto giudiziario che comprende Palermo, Trapani ed Agrigento sono poi in aumento i reati di terrorismo. "Intensa l'attività investigativa attorno ad attività criminose strettamente connesse a fenomeni riconducibili al terrorismo internazionale - ricorda la relazione di inaugurazione dell'anno giudiziario - ha portato all'arresto di una cittadina libica da tempo residente a Palermo e pienamente inserita nel mondo universitario". "Grazie ad attività di intercettazione, soprattutto telematica - prosegue - è stato accertato che ha svolto attività rientranti a pieno titolo nella propaganda terroristica idonea ad integrare la fattispecie di istigazione ed apologia di reato con finalità di terrorismo, aggravata dalla dimensione transazionale della condotta grazie all'uso del web attraverso cui venivano presi contatti e diffusa la propaganda terroristica sia in Libia che in altri paesi del continente europeo e in Turchia".

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos