Quattro fermati appartenenti alla famiglia mafiosa di Carini
di AMDuemila - Foto
I Carabinieri di Palermo hanno fermato quattro appartenenti alla famiglia mafiosa di Carini. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura di Palermo guidata da Francesco Lo Voi. Le indagini sono state coordinate dall'aggiunto Vittorio Teresi e dei sostituti Annamaria Picozzi, Amelia Luise e Roberto Tartaglia.
I fermati sono Ferdinando Gallina, classe ’77, Giovan Battista Pipitone e Salvatore Cataldo, entrambi classe ’49, e Antonino Di Maggio, classe ’54: tutti considerati responsabili degli omicidi di Antonino Failla e Giuseppe Mazzamuto, uccisi a Carini con il metodo della lupara bianca il 26 aprile del 1999, e di Francesco Giambanco, ucciso a Carini il 16 dicembre 2000.
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Alla svolta nelle indagini hanno contribuito le recenti dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia Antonino Pipitone, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Carini, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giuseppe D'Angelo, e quelle risalenti al 2008 del pentito Gaspare Pulizzi. Le dichiarazioni corroborate dai successivi riscontri hanno così consentito di ricostruire i delitti e determinare i ruoli ricoperti da ciascuno dei destinatari del provvedimento.
Secondo quanto ricostruito dai militari, Giovan Battista Pipitone, Antonino Di Maggio e Salvatore Cataldo, insieme a Gaspare Pulizzi e Vincenzo Pipitone, attirarono in un'abitazione Antonino Failla e Giuseppe Mazzamuto, ritenuti responsabili di un incendio. I due vennero uccisi il primo a colpi di accetta e il secondo con un colpo d'arma da fuoco. I cadaveri non sono stati mai ritrovati. Ferdinando Gallina detto Freddy, in concorso con Antonino Pipitone, Gaspare Pulizzi e Giovanni Cataldo (deceduto), uccisero di Francesco Giambanco colpendolo alla testa con un bastone e nascosero il cadavere nel bagagliaio di un auto che venne data alle fiamme. L'ordine di uccidere Giambanco proveniva dal capo della famiglia mafiosa di Carini, Giovan Battista Pipitone, e dal fratello Vincenzo, che lo ritenevano responsabile della scomparsa di Federico Davì e di alcuni incendi verificatisi nel territorio di Carini.
In foto: l'auto in cui fu bruciato Francesco Giambanco
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