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aula tribunale0di AMDuemila

Pesante colpo per il clan Pagliarelli, il giudice dell'udienza preliminare Wilma Mazzara ha condannato tutti gli imputati tranne uno, Michele Armanno già condannato per altri processi. E così il gup ha accolto le richieste dei pm Francesco Grassi e Caterina Malagoli per 31 persone ritenute, in diverse forme, vicino al clan Pagliarelli, sentenziando pene per un totale di 236 anni di carcere.
Le pene più alte sono toccate agli imputati considerati i triumviri del mandamento, arrestati nell'operazione Verbero che a maggio del 2015 aveva portato a ben 39 arresti tra gregari e boss.
Vincenzo Giudice ha avuto la condanna più pesante, ben 18 anni mentre Giuseppe Massimiliano Perrone, considerato il capo del mandamento di Pagliarelli, ne ha avuti 14 e 6 mesi. Ad Alessandro Alessi, considerato il terzo triumviro è toccato invece qualche mese in meno, 14 anni come a Tommaso Nicolicchia.
L'operazione Verbero, che coinvolse ben 300 agenti delle forze dell'ordine, portò alla luce come il clan Pagliarelli si fosse organizzato per evitare fatti di sangue e per dividersi il business della droga tornato in voga anche per Cosa nostra dopo la crisi economica. 
Dalle indagini era emerso inoltre come il racket continuasse ad essere un'attività importante per il controllo del territorio ma che l'interesse si concentrava sui grossi appalti. Esemplare sarebbe stato il tentativo di estorsione di Perrone nei confronti dell'ospedale Policlinico “Paolo Giaccone”. Ospedale dove si sarebbero svolti i summit per decidere le strategie del clan nel pizzo e quelle per ottenere lavori nel rifacimento dell'ospedale. Il tentativo fallì perchè fu l'imprenditore stesso che denunciò tutto alle forze dell'ordine.

Le condanne

C'è anche una donna tra i condannati, Concetta «Cettina» Celano la quale ha ricevuto una condanna a 12 anni. Stessa pena anche per Andrea Calandra, Matteo Di Liberto, Aleandro Romano, Alessandro Anello e Salvatore Sansone. Diversamente Antonino Spinelli e Giovan Battista Barone ne hanno avuti 10 ciascuno, Stefano e Giuseppe Giaconia 8 a testa; 6 anni per Cosimo Di Fazio e Angelo Milazzo; Vincenzo Buccheri 5 anni e 4 mesi, Giovanni Giardina 5 anni.
Pene minori invece riguardano i reati legati al traffico di stupefacenti: Carlo Grasso, 4 anni e 4 mesi; Giuseppe Di Paola e Giovanni Catalano 4 e 2 mesi a testa, Carmelo Migliaccio, Giuseppe Castronovo e Giosuè Castrofilippo 4 l'uno, Rosario Di Stefano, Domenico Nicolicchia, Paolo Castrofilippo, Daniele Giaconia e Mauro Zampardi 3 anni l'uno, Francesco Ficarotta e Antonino Calvaruso (accusato di corruzione) 2 anni e 6 mesi.

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