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dia autofrigo micelidi AMDuemila - Video
Questa mattina la Dia di Trapani, ha confiscato beni per un totale di 1,8 milioni ai danni di Carmelo Gagliano, 50 anni, autotrasportatore ed imprenditore di Marsala. All'imputato è stata applicata anche la sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel comune di dimora abituale per 3 anni.
La mozione dell'applicazione di misura di prevenzione è stata accordata dalla Direzione investigativa antimafia trapanese assieme al procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Bernardo Petralia.
Tra i beni confiscati risultano terreni, fabbricati, l’intero capitale sociale e il compendio aziendale della società “L.G.F. Trasporti srl” con sede a Mazara del Vallo, veicoli e rapporti bancari.
Facendo un focus sull'identità di Gagliano sappiamo che il 50enne ha sempre svolto l’attività di autotrasportatore: “Scevro da condanne per fatti di mafia, il suo inserimento negli ambienti malavitosi e l’adesione a logiche mafiose di gestione delle iniziative economiche è legato al suo ruolo di amministratore (quale “prestanome”) all’interno della società di trasporti denominata ‘A.F.M. Autofrigo Marsala Soc. coop’ nella quale vantava cointeressenze l’esponente mafioso marsalese Ignazio Miceli", già sorvegliato speciale “del cui patrimonio, post mortem, è stata di recente disposta la confisca dal Tribunale di Trapani, sempre su proposta del Direttore della Dia”, spiegano gli investigatori che hanno seguito il caso.



Il sequestro è scattato a seguito delle indagini della Dia di Napoli risalenti al 2005, inerenti al trasporto di merce ortofrutticola dalla Capitale sino al Sud Italia, e che avrebbe come diretti ideatori membri del clan dei Casalesi in particolare di Francesco Schiavone, e niente di meno che il fratello di Totò Riina, Gaetano. Un vero e proprio “Asse di ferro Campania-Sicilia”. Secondo gli inquirenti vi era “l'esistenza di una spartizione degli affari da parte delle organizzazioni malavitose operanti in zona e di una monopolizzazione del settore dei trasporti su gomma del clan dei casalesi”. In particolare la Spartizione che avveniva all'interno del nevralgico mercato ortofrutticolo di Fondi (uno dei mercati più grandi d'Italia) dove il clan dei casalesi possedeva il controllo e il monopolio.
Dunque è cosi che sulle tavole del sud troviamo frutta e verdura “al sapor di Mafia”.

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