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scaduto pietro salvatore ccI corpi colpiti da proiettili e carbonizzati nell'aprile 2013
di Miriam Cuccu
Erano stati ritrovati nel maggio 2013, ricercati nell'ambito dell'inchiesta Argo che aveva arrestato 21 mafiosi a Bagheria. Crivellati con trenta colpi e carbonizzati, i corpi dei due boss Juan Ramon Fernandez e Fernando Pimentel erano nascosti nei pressi della discarica abusiva di contrada Fiorilli, fra Casteldaccia e Altavilla. Per quel duplice omicidio ieri sono stati condannati all'ergastolo i fratelli Scaduto, Pietro e Salvatore. A deciderlo è stata la Corte d'Assise di Palermo, presieduta da Fabio Marino, che ha accolto la richiesta dei pm Sergio Demontis e Francesca Mazzocco.
Pietro e Salvatore Scaduto sono figli di Bartolomeo, un vecchio indiziato di mafia ucciso nell'89. Per il duplice omicidio erano stati arrestati un mese dopo il ritrovamento dei cadaveri ma entrambi hanno sempre respinto ogni accusa. Faranno quindi appello Nino Mormino, Tommaso e Giuseppe Farina, legali difensori degli imputati.
Nell'ambito del processo è stata ritenuta affidabile la versione del collaboratore di giustizia Giuseppe Carbone. Fu proprio lui, che al tempo prese parte al commando di morte, a portare i carabinieri sul luogo dell'omicidio e in seguito a fare i nomi degli Scaduto.
Secondo Carbone Fernandez e Pimentel erano già scampati in due occasioni alla loro eliminazione prima di essere portati nelle campagne, in un rudere di proprietà del cugino del collaboratore. I due Scaduto avevano preso a pretesto la necessità di fare un sopralluogo per predisporre una coltivazione di marijuana. "Basta che sentiva dire c'è da fare soldi, lui ci si buttava - aveva dichiarato Carbone parlando di Fernandez - allora l'unico motivo per attirarlo era un qualcosa del genere", altrimenti "come lo attiravano in campagna quello”. Poi il pentito aveva descritto le dinamiche: la pistola usata per il duplice omicidio era nascosta nel muro di cinta, poi i due boss avevano tentato la fuga, ma erano stati prima raggiunti dalla raffica di proiettili. Era stato proprio Carbone a dare il colpo di grazia a Fernandez, che ancora "si lamentava, faceva qualche rumore".
Già da un anno i due boss si trovavano a Bagheria in quanto espulsi dal Canada. Così si erano rivolti agli Scaduto, per poi però avvicinarsi ai nemici di questi ultimi, mafiosi vicini a Rosario Sergio Flamia, oggi pentito. L'ex mafioso era infatti ritenuto colpevole dell'uccisione del padre degli Scaduto.
Juan Ramon Paz Fernandez, classe '56 e di origine spagnola, era considerato uno dei collaboratori più stretti di don Vito Rizzuto. Risaliva all'aprile 2012 l'ultima espulsione dal Canada (dopo averne ricevute altre tra il '99 e il 2001) e in quell'occasione approdava a Bagheria, rivolgendosi agli Scaduto per cercare di avviare un traffico di droga particolarmente redditizio.
Oltre a vagliare le dichiarazioni di Carbone, i giudici avevano richiesto ulteriori accertamenti e perizie per verificare tempi e spostamenti nelle fasi dell'omicidio. Pimentel, nel tentare di uscire con l'auto dal recinto, aveva investito Pietro Scaduto provocandogli una lussazione alla spalla, ed il tipo di lesione secondo una perizia medica è stata considerata compatibile con le dinamiche del delitto. Questo nonostante Scaduto avesse sostenuto di essere stato colpito da una mucca mentre lavorava in una stalla, e un teste, che ora rischia di essere processato per falsa testimonianza, avesse persino confermato la circostanza descritta dall'imputato.

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