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palermo rifiuti c photomasiConsiderato vicino al boss Rosario Lo Bue
di AMDuemila
Era diventato uno degli esempi di imprenditore antimafia, tanto che tre anni fa denunciò in tribunale una richiesta estorsiva a lui arrivata, specificando di non aver "mai pagato". Oggi però a Salvatore Lo Faso, imprenditore nel settore dell'emergenza rifiuti, è stato fermato (scrive Repubblica Palermo) da un'interdittiva antimafia che coinvolge le società “Trade eco service srl” e “No.ve.ma”, oltre ad un’altra società considerata vicina alla “Trade”. E questo perchè secondo gli inquirenti Lo Faso sarebbe vicino al mafioso di Corleone Rosario Lo Bue.
Quella che coinvolge Lo Faso è una delle componenti più importanti dell'atto di accusa contro l'amministrazione di Corleone, comune del palermitano sciolto pochi giorni fa per infiltrazioni mafiose dal Consiglio dei ministri. Si tratta di un provvedimento che, di conseguenza, ha fatto decadere gli incarichi che le due società ricoprivano nei vari comuni del palermitano, anche se dal punto di vista formale Lo Faso non era più amministratore delegato della "Trade eco service" dal 2011. A dare lo stop con l'interdittiva all'imprenditore è stato il prefetto di Palermo, Antonella De Miro. Proprio a Corleone, secondo l'inchiesta, il gruppo imprenditoriale avrebbe ricevuto più incarichi per via diretta.
Le intercettazioni, registrate dai carabinieri del Gruppo Monreale e poi ascoltate anche dal pm Sergio Demontis, hanno permesso di ricostruire come quattro anni fa l'imprenditore si sarebbe opposto di fronte alla richiesta, da parte del venditore di un terreno a Palazzo Adriano (acquistato da Lo Faso) di altri 80mila euro. Richiesta di fronte alla quale l'uomo d'affari avrebbe invocato i suoi contatti con la criminalità. Ma già nel 2001 di lui parlava Angelo Provenzano al padre Bernardo, descrivendolo come un modello di manager di successo, aggiungendo il nome in codice che è stato poi decifrato.

Foto © PhotoMasi

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