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filardo giovanniConfermate le condanne a Messina Denaro e ad altri imputati
di AMDuemila
La corte d'appello di Palermo ha riformato la sentenza di assoluzione in primo grado ed ha condannato a 12 anni e 6 mesi Giovanni Filardo (in foto), accusato di associazione mafiosa nell'ambito del processo scaturito dall'operazione Golem 2 che ha fatto luce sulla rete dei colonnelli e dei gregari del boss latitante Matteo Messina Denaro. Proprio al capomafia di Castelvetrano è stata confermata la condanna a 10 anni per la partecipazione all'associazione mafiosa dal 2008 al 2009 e per la prima volta gli era stato riconosciuto il ruolo di capo dei clan di Trapani e Palermo. Per il periodo precedente c'era a carico del boss una condanna passata in giudicato a 20 anni. A 14 anni e 6 mesi era stato condannato l'imprenditore Giovanni Risalvato. Dieci anni la pena inflitta a Vincenzo Panicola, cognato di Messina Denaro, 12 a Maurizio Arimondi, 13 a Tonino Catania e a Lorenzo Catalanotto, 4 a Marco Manzo, 2 anni e 3 mesi a Nicolò Nicolosi. Gli imputati rispondevano, a vario titolo, di mafia, intestazione fittizia di beni e danneggiamento. L’inchiesta “Golem 2” aveva consentito di individuare ruoli, strategie e modalità operative di Cosa nostra trapanese, che assumeva condotte illecite volte a realizzare i propri interessi e diretta dallo stesso Messina Denaro. Alla sbarra esponenti strategici delle famiglie mafiose di Campobello di Mazara e di Castelvetrano, che hanno ricoperto un ruolo fondamentale nel sostegno alla latitanza di Messina Denaro, curando i canali riservati di comunicazione con i vertici di Cosa nostra palermitana, ma anche riuscendo a garantire documenti d’identità falsi e realizzando una rete per le numerose azioni estorsive. Tra le vicende portate alla luce, anche alcuni incendi ordinati dal boss, come quelli che hanno colpito il consigliere comunale Pasquale Calamia, colpevole di avere auspicato in consiglio comunale a Castelvetrano la cattura di Messina Denaro, o l’imprenditore Nicolò Clemenza che si era fatto promotore della creazione di un consorzio di produttori oleari che avrebbe dato fastidio al super latitante.
Lo scorso luglio l’accusa aveva chiesto la condanna a 6 anni per Calogero Cangemi ed a 18 anni di reclusione per Leonardo Ippolito (assolto in primo grado insieme a Giovanni Filardo, Filippo Sammaritano e Giovanni Stallone, nonostante le condanne richieste dall’accusa). Secondo i pm del processo in primo grado era proprio nell’officina di Ippolito che sarebbero stati convocati i summit di mafia. Condanna richiesta dal pg anche per Filardo e Tonino Catania (21 anni di reclusione). La Corte d’appello ha però rigettato il ricordo della Procura sia per Leonardo Ippolito che per Calogero Cangemi, che erano stati assolti in primo grado.

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