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cutro-palazzo-regione-palermo-2Protesta davanti al palazzo d’Orleans: “Dimissioni Viceministro Bubbico”
di Francesca Mondin - 5 febbraio 2015
“Ignazio Cutrò,  insieme a Giuseppe Carini, Piera Aiello, Vincenzo Conticello, Bruno Piazzese, i coniugi Candela e molti altri testimoni antimafia chiedono al Presidente Crocetta di procedere entro la giornata di oggi alla firma dei contratti di assunzione”. Questa è la richiesta che giunge a gran voce da parte dell’Associazione nazionale testimoni di giustizia. A farsi portavoce sono Giuseppe Carini e Ignazio Cutrò assieme ad un gruppo di rappresentanza formato appunto da Piero Di Stefano, Francesca Inca, Marco Monteneri, Antonio Candela, Piera Aiello e Bruno Piazzese che presidiano un sit-in di protesta davanti Palazzo d'Orleans, sede della presidenza della regione Sicilia per la mancata applicazione della legge regionale che prevede l'assunzione dei testimoni di giustizia nella pubblica amministrazione.

“Ci sono altri 15 testimoni di giustizia che sono giunti  in Sicilia - spiegano Cutrò e Carini - ai quali abbiamo detto di non raggiungere Palermo semplicemente per motivi di sicurezza. Siamo già in 20 ad attendere che le Istituzioni regionali vengano qui  a rendere conto delle ragioni di non applicazione di una legge che loro stessi hanno votato  all’unanimità”
Oggi era la data prefissata per rendere finalmente attiva la legge regionale per il reinserimento lavorativo di chi ha fatto una scelta di coraggio denunciando la mafia e schierandosi dalla parte dello Stato. Questa mattina infatti i testimoni di giustizia erano stati chiamati dalla regione per firmare i contratti, un’azione molto significativa visto l’ultimo triste evento della chiusura dell’impresa Cutrò. Arrivati al palazzo d’Orleans però i testimoni di giustizia hanno avuto una spiacevole sorpresa, per la seconda volta nella stessa settimana nessuno li ha ricevuti. “Ci ha dato buca nuovamente - spiega indignato Ignazio Cutrò - Non c’è nè il presidente della regione e nè la dottoressa Montrosso. Neanche oggi si firmano i contratti.”
Un fatto gravissimo che non lancia certo un segnale positivo per chi lotta contro la criminalità organizzata o chi sta scegliendo di schierarsi dalla parte della giustizia. Già lunedì 2 febbraio si era verificata la stessa situazione. “Sabato ho ricevuto la telefonata del presidente Crocetta che mi invitava a venire in regione lunedì - spiega infatti Carini - ma quando ci siamo presentati ci hanno detto che si erano sbagliati e che l’appuntamento era confermato per giovedì, guarda caso anche oggi non c’è nessuno”.
Nessuno ha dato spiegazioni riguardo le motivazioni di queste continue proroghe, per questo i testimoni di giustizia hanno deciso di protestare e rimanere davanti al palazzo finche non saranno firmati i contratti.
“Ci devono assumere, perché i fondi ci sono - dice a gran voce l’ex imprenditore di Bivona - non vogliamo fare la fine che ha fatto l’impresa Cutrò (chiusa poche settimane fa). È il solito discorso delle difficoltà burocratiche, per un motivo o per un altro rinviano di continuo.”  
“Voglio capire a che gioco stiamo giocando? - aggiunge Carini - Che cosa impedisce alla regione Sicilia di assumerci, per quale motivo sottostanno alle indicazioni del Viminale?” Secondo i due testimoni di giustizia infatti la ‘colpa‘ non sarebbe tanto della regione, che anzi ha sostenuto e appoggiato questa legge all'unanimità, ma quanto della commissione centrale: “Chiediamo le dimissioni del viceministro Filippo Bubbico”. “Ogni qualvolta si è vicini alla soluzione il vice ministro dell’Interno ne impedisce l’applicazione.” “Trovo assurdo - ha aggiunto Carini - che abbiamo un Presidente della Repubblica siciliano che afferma che la lotta alle mafie è una priorità del Paese e nello stesso  tempo abbiamo il viceministro Bubbico che di fatto impedisce l’applicazione della legge nazionale e di quella regionale siciliana sull’inserimento lavorativo dei testimoni di giustizia”.
A detta dei testimoni di giustizia infatti è tutto pronto per applicare la legge: “Ho partecipato ad una riunione il 5 settembre del 2014 alla presenza del  viceministro Bubbico, del presidente della regione Crocetta, del senatore Lumia, del segretario generale della regione Sicilia, la Dott.ssa Monterosso, del prefetto Cattafi, del generale Pascali (direttore del Servizio centrale di protezione) e tutte le questioni sono state affrontate  in quella giornata. L'intera amministrazione regionale ci ha sempre sostenuto impegnandosi affinchè questa legge venisse approvata. Eppure ancora oggi non si procede con le assunzioni. Sembra quindi che la volontà politica nazionale invece sia quella di inchiodare la lotta alla mafia in semplici comunicati stampa e pacche sulle spalle”.
Una protesta dai toni decisi e forti che dimostra la determinazione di questi uomini e della loro scelta di lottare per una terra libera dallo strapotere mafioso. E’ proprio a partire da queste persone che le Istituzioni dovrebbero concretizzare la priorità enunciata del nuovo presidente Sergio Mattarella. “Facciamo appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – si legge infatti nel comunicato dell’associazione nazionale testimoni di giustizia - affinché si ponga fine al nostro calvario. Se è vero, come lo è, che la lotta alla mafia è una priorità per le Istituzioni”.
Intanto la protesta continua e i testimoni di giustizia lanciano un appello alla cittadinanza intera. “Resteremo qui ad oltranza, chiediamo ai cittadini di starci vicino, fino a quando non si firmeranno i contratti e ci diranno il giorno in cui saremo chiamati in servizio noi rimaniamo qui, notte e giorno, disperati e determinati.”

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